La Consulta riscrive l’elenco dei precari Pronta una leggina per uscire dal caos

RomaGraduatorie scolastiche: tutto da rifare. Sarà forse un emendamento al Milleproroghe a risolvere l’impasse causato dalla decisione della Consulta sulla cosiddetta norma «salva-precari» voluta dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. I giudici costituzionali hanno dichiarato illegittimo il provvedimento che aveva cancellato il sistema di inserimento in graduatoria «a pettine», ovvero secondo il punteggio, privilegiando invece l’inserimento in coda, in base alla anzianità di iscrizione. Chi ha più punti ha più merito e dunque scavalca anche chi da più tempo è in quella graduatoria. Quando un docente chiede il trasferimento nella graduatoria di un’altra provincia non deve retrocedere altrimenti, scrive la Consulta, si violerebbe il principio di uguaglianza stabilito dall’articolo 3 della Carta costituzionale.
Che cosa succederà ora? Il ministro Gelmini assicura che al più presto «verranno adottati i provvedimenti necessari per garantire l’ordinario funzionamento della scuola». Per sindacati ed associazioni a questo punto però si riapre la partita per i 15mila precari esclusi dalle graduatorie.

Per l’Anief (l’Associazione di insegnanti che ha presentato il ricorso al Tar che poi lo ha girato alla Consulta) la decisione del ministro ha causato «un grave danno erariale» perché ora dovrà «sanare la posizione dei ricorrenti aventi diritto».
Il capo dipartimento del ministero, Giovanni Biondi, precisa che è in preparazione un emendamento da inserire nel Milleproroghe che «rifatte le graduatorie, congeli il meccanismo».

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