da Milano
«Non bisogna illudere la gente che ci siano alternative ai combustibili fossili che non siano il nucleare, anche se in Italia il nucleare è impensabile. È sbagliatissimo. Cè una grave responsabilità politica nellilludere lopinione pubblica che si possa ridurre la dipendenza, primo, dai combustibili, secondo, dallimport di energia, terzo, dalla Russia»: Davide Tabarelli, esperto di questioni petrolifere di Nomisma Energia, è categorico dopo lallarme che cè stato per i dissidi tra Russia e Ucraina che hanno bloccato, sia pure per brevissimo tempo, le consegne di petrolio a Germania, Polonia, Ungheria e Slovacchia. «Innanzi tutto - avverte - non cè stata vera crisi, ma cè stato allarme per una situazione che lascia comunque preoccupati. Siamo sempre più dipendenti dalla Russia e sempre più da gas e petrolio, ma il grosso problema è il gas».
Gli esperti europei dovrebbero riunirsi a breve per cercare una via duscita.
«Non possiamo fare di più di quanto abbiamo fatto, se non dare dellottima valuta ai russi che hanno tutto linteresse a essere ottimi fornitori e a garantire la continuità. Quanto alla Ue, il commissario Piebalgs ha fatto dichiarazioni, il cancelliere tedesco Merkel si è molto arrabbiata, ma più la Ue fa proclami, più è necessario andare cauti nel giudicare leffettiva fattibilità di questi proclami. La sicurezza energetica non è raggiungibile, la dipendenza dellEuropa dallestero è destinata inevitabilmente a crescere. Bisognerebbe poter controllare giacimenti e gasdotti allestero, ma questo non è neppure pensabile. Il caso italiano è eclatante: cala la produzione di gas e crescono i consumi che sono a 85miliardi di metri cubi lanno, contro unestrazione dai giacimenti nazionali che è di 10 miliardi. Nel 95 era di 20 miliardi: sono bastati dieci anni per dimezzarla. Non riusciamo a sfruttare i giacimenti italiani per il problema (vero o presunto, ndr) della subsidenza. La prima possibilità di importare di più sarà lampliamento dei gasdotti con la Russia e lAlgeria: in altri termini aumenterà la dipendenza dai soliti fornitori. E in ogni caso, anche se i rigassificatori diversificano la provenienza del gas, aumentano comunque la dipendenza dallestero».
Quindi rassegniamoci...
«Le scaramucce a Est come quelle tra Russia e Bielorussia ci sono sempre state. Solo che fino a qualche anno fa cera abbondanza di energia e nessuno ci faceva caso. Oggi, con il sistema che funziona al limite, qualsiasi riduzione si sente.
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