Contro il declino

Il governo a casa,

Bianchi si dimetta
Se le rivendicazioni dei camionisti erano giuste, il governo doveva subito concedere quanto gli veniva richiesto; se erano ingiuste, in nessun caso doveva tollerare il blocco di tutta la rete autostradale. Invece, tramite la Polizia stradale, usa il pugno di ferro con un cittadino inerme, in preda a una grave crisi ischemica, senza scortarlo all’ospedale più vicino. Il ministro Bianchi, che si è reso ridicolo con una precettazione che è risultata non rispettata, avrebbe l’obbligo di dimettersi. Ma questi sono i ragionamenti deliranti di un cittadino che crede che l’Italia possa essere uno Stato di diritto.

E invece che uno Stato di diritto, continuiamo a essere uno Stato al rovescio.
Fughe di notizie, nessun impegno
Induce amare riflessioni leggere su alcuni giornali che una Procura abbia aperto un fascicolo su una fuga di notizie, quando si riflette sul fatto che la propagazione di segreti di ufficio è stata resa possibile da altro fascicolo lasciato troppo aperto dalla medesima Procura. Fa poi riflettere il fatto che, pur essendo in questi casi la «cerchia dei sospettati» normalmente ristretta, circostanza che consentirebbe forse lo svolgimento di utili indagini, queste ultime non conseguano praticamente mai concreti esiti. Curioso infine - se vero - che al giornalista (forse) corresponsabile della violazione del segreto di ufficio (e del diritto alla privacy) sia stata perquisita solo l’abitazione: in tali casi sarebbe doveroso perquisire anche (e anzitutto) il luogo di lavoro dell’indagato.
Massimo Pagnini e-mail

A me, comunque, le perquisizioni ai giornalisti non piacciono mai.
I commercianti

ci prendono in giro
Il candore con il quale i commercianti scaricano sui camionisti le cause dell’aumento dei prezzi di dolci natalizi e verdure, rasenta l’ascesi mistica. Quasi che gli altri comuni mortali, i consumatori, non sapessero che le derrate di frutta e verdura vengono sistematicamente «congelate» per ottimizzarne il valore sul mercato e che pandori e panettoni vengono prodotti con ampio anticipo temporale rispetto alle feste di fine anno. Il governo guarda e dopo aver calato le braghe in tempo reale dinanzi ai padroncini della strada, assicura con tempismo invidiabile che la figura di Mister prezzi (peraltro priva di potere decisionale) sarà attiva dal prossimo anno. Auguri.
Ivano Crepaldi - Torino

Auguri anche a lei. Però non se la prenda troppo coi commercianti.
Quei colpi bassi

di Fini alla tv
Ascoltando Gianfranco Fini, incalzato dal direttore di Panorama Belpietro, è sembrato un pugile messo alle corde dell’avversario non disdegnando spesso qualche scorrettezza per sottrarsi all’incalzare dell’avversario. E, con il suo concittadino, Casini, pare che abbiano fatto proprio il refrain della nota canzone di Caterina Caselli: «Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu». Ma quel «nemmeno tu» è Berlusconi, al quale hanno fatto perdere le elezioni con tutte le conseguenze negative che constatiamo quotidianamente.
Vincenzo De Leo e-mail
Analogie tra

magistrati
Sig. Direttore, non ritiene che tra i giudici Falcone e Borsellino ed i colleghi Forleo e De Magistris ci sia una certa analogia?
Renato Nicodemo - Salerno
Non c’è solo

la malasanità
È certo giusto riferire di casi di malasanità, ma mi sembra giusto anche rilevare l’efficienza, la professionalità e l’umanità del personale medico e paramedico del Pronto Soccorso e del Reparto di Neurochirurgia del Policlinico di Milano, diretto dal Prof. Sergio Maria Gai. Ricoverato d’urgenza, mio figlio di 28 anni è stato sottoposto, con pieno successo, a un difficile intervento per l’asportazione di un tumore al cervello; contemporaneamente ho visto altri pazienti curati con analoga professionalità e umanità. Il Reparto deve essere considerato un vanto del Servizio Sanitario Nazionale.
Carlo Ruffo - Firenze

Ci sono tanti medici che svolgono bene e con coraggio la loro professione. Bisognerebbe metterli nelle possibilità di lavorare meglio, però.
Dalai Lama, scelta

giusta del Papa
Non penso che Benedetto XVI abbia evitato l’incontro col Dalai Lama per questioni strettamente religiose o per vigliaccheria, nei confronti della Cina, come ha fatto il governo Prodi.
Per comprendere meglio il comportamento del Papa bisogna risalire un po’ indietro nella storia quando, durante la Seconda guerra mondiale, Hitler istituì le leggi razziali. Il Papa di allora era Pio XII il quale, prudentemente, pensò bene di non interferire nelle stragi del tiranno per il timore di provocare una ulteriore reazione di rappresaglia verso un popolo fin troppo perseguitato. Quell’esempio mi porta a credere che Benedetto XVI non abbia voluto incontrare il Dalai Lama proprio per non aggravare le condizioni, già abbastanza precarie, sancite verso le comunità cristiane in Cina e nel Tibet.
Ilaria Zini - Bergamo
Luttazzi non fa

satira ma sproloquio
Dopo la decisione di La7 di sospendere il comico Daniele Luttazzi, quest’ultimo lamenta il fatto che in Italia non sia possibile fare satira libera. Sembra in buona fede, pare proprio crederci. Il punto non è che nel nostro Paese ci sia un’interdizione su ciò che si pensa, ma ciò che viene esternato più verosimilmente non si concilia sempre con il requisito preliminare dell’intelligenza.

Dire cose poco intelligenti, di pessimo gusto, di discutibile effetto comico, è nella piena disponibilità, nel pieno diritto e responsabilità di ognuno, come è ovvio: ma un conto è farlo con un’iniziativa autonoma, accollandosi il rischio in proprio; un altro è essere ospite in casa altrui, starci senza il rispetto delle regole che ne governano il condominio, confondendo una televisione che è un mezzo pubblico come si trattasse di una proprietà privata.
Massimo D’Oria - Udine

Ma ha visto le regole che impone lui a chi interviene sul suo blog?

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