Contro i nuovi «pirati», sì ai soldati privati

Via libera all’impiego di militari e contractor sulle navi italiane per fronteggiare il pericolo pirateria. Nel corso di un incontro a Montecitorio, alla presenza dei rappresentanti del governo, di parlamentari di maggioranza e opposizione e dei rappresentanti di Esercito e Marina, è arrivato il via libera al provvedimento, che sarà sancito nelle prossime settimane con un decreto del governo o con una nuova proposta di legge.
L’imbarco del personale armato, secondo quanto si apprende, sarà a spese degli stessi armatori, che potranno assoldare in alternativa militari o contractor.
La Marina metterà a disposizione degli armatori alcuni team di militari, dotati di armamenti adeguati ad affrontare l’emergenza.
All’incontro, che si è svolto nella sala del governo di Montecitorio, erano presenti tra gli altri il sottosegretario alla Difesa Giuseppe Cossiga, e i parlamentari Scandroglio, Stracquadanio e Fontana per il Pdl, Tullo e Pinotti per il Pd.
«Entro tre o quattro settimane - commenta l’onorevole Scandroglio - daremo una risposta concreta alle esigenze dei lavoratori del mare e degli armatori, tutelando così gli interessi italiani nel mondo».
Ad imprimere una accelerazione alla decisione è stato, sempre secondo quanto si apprende, il sequestro al largo dell’Oman della motonave Rosalia D’Amato, della «Perseveranza Navigazione», avvenuto lo scorso 21 aprile.
A bordo della nave sequestrata, l’ennesima negli ultimi mesi, 22 uomini, 6 dei quali italiani, tra cui il comandante.


Soltanto nei primi tre mesi del 2011, gli attacchi in tutto il mondo sono stati ben 142, 97 dei quali al largo della Somalia, con una crescita del 35% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le navi dirottate sono state 18.

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