Sette chili in sette giorni, due in cinque, tre in quattro, dieci in un mese, la dieta del lunedì piuttosto che quella del minestrone o del pompelmo... la contabilità dei facili rimedi e delle strade veloci per perdere peso non si esaurisce all'ironia di un celebre film degli anni Ottanta con Renato Pozzetto e Carlo Verdone o all'esilarante regime che lo spietato professor Birkermeier dispensava a Fantozzi. Da qualche anno al pericolo di regole senza alcun supporto scientifico si è aggiunto quello dell'assunzione di prodotti più o meno sconosciuti, venduti in rete, che promettono miracoli. I dannati del su e giù dalla bilancia che non trovano né armonia tra peso e forma né pace tra desiderio e salute sono tanti. I circa 300 milioni d'individui obesi nel mondo stanno a dimostrare, secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità, che siamo di fronte a uno dei maggiori problemi di salute pubblica dei nostri tempi. Destinato a peggiorare sia nei Paesi industrializzati come il Nord America e l'Europa, sia in quelli in rapido sviluppo come Cina, India e Sud America.
Si stima che nel 2015 i milioni saranno 700 ma fa impressione anche sapere che attualmente un bambino su tre è obeso o in sovrappeso e che in Italia per far fronte a questa malattia si destina circa il 7 per cento dell'intera spesa sanitaria. Per rincarare la dose va anche detto che in Europa il 7,7 per cento delle cause di morte è riconducibile all'eccesso di peso, spesso viene erroneamente attribuito a malattie endocrine. Patologie presenti, invece, in meno del 5 per cento dei casi. Quindi, la maggior parte delle volte, ingrassiamo per lo squilibrio tra apporto calorico e dispendio energetico. Così l'obesità si trasforma in una condizione cronica che deriva dall'interazione di cause genetiche ed ambientali, tra cui i fattori sociali, comportamentali e culturali. I dati più preoccupanti, secondo le ultime ricerche, riguarderebbero i giovani, vittime di diabete e colesterolo. In poche parole l'obesità non è solo un problema estetico ma una condizione alla base dell'aumentato rischio di sviluppare malattie di tipo cardio-vascolare o per esempio osteoartrosi, litiasi biliare e alcune neoplasie.
Che fare allora? La risposta è semplice e difficile allo stesso tempo: cambiare lo stile di vita. Il percorso terapeutico riabilitativo «Dimagrire in Toscana» messo a punto da uno studioso di fama internazionale come il professor Aldo Pinchera, ordinario di Endocrinologia e coordinatore del Centro multidisciplinare per la diagnosi e la terapia dell'obesità e dei disturbi del comportamento alimentare presso l'azienda ospedaliero-universitaria pisana, si sviluppa nell'arco di due settimane e viene ospitato a Bagni di Pisa Medical Spa Resort, struttura inserita all'interno di un albergo a cinque stelle del gruppo Stb (www.bagnidipisa.com). Fortemente voluto dalla Regione Toscana, si tratta di un progetto pilota convenzionato con il Sistema sanitario nazionale. Un team multidisciplinare composto da endocrinologi, medici dello sport, psicologi, dietisti, operatori di fitness metabolico con specifica competenza nella gestione di persone obese e fisioterapisti, personalizza il percorso in base alle caratteristiche cliniche e alle esigenze di ogni individuo. Ma non è tutto: lo staff del centro termale e della Spa composto da terapisti ed estetiste fanno il resto. Fondamentale è pure l'efficacia delle acque - solfate, bicarbonato, alcalino, terrose - di San Giuliano Terme, una manciata di chilometri da Pisa e da Lucca, dove è stata portata a nuovo splendore l'antica residenza del Granduca Francesco Stefano di Lorena. Sgorgano naturalmente a 37 gradi e aiutano l'organismo a depurarsi. «Dimagrire sottoponendosi a una dieta punitiva è relativamente facile. I problemi si ripresentano puntualmente appena usciti da un simile regime. Fondamentale è invece rimuovere i motivi che sono alla base di un'alimentazione scorretta» spiega Leandro Gualtieri, titolare del complesso con la celebre medical spa illustrando un percorso medico-educativo che comprende un lungo follow-up di consigli a distanza sull'alimentazione e sul comportamento. Sono sufficienti dodici giorni dove alla valutazione medica e all'esercizio fisico si aggiungono un regime dietetico ipocalorico e incontri di educazione nutrizionale e dimostrazioni in cucina, colloqui con lo psicologo finalizzati al recupero del controllo alimentare, per innescare un cambiamento comportamentale globale.
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