Così la disperazione diventa «commedia»

Così la disperazione diventa «commedia»

È un classico. E in quanto tale il Don Giovanni di Molière non possiede né età né luogo né lingua. O meglio, contiene in sé tante età, tanti luoghi, tante lingue. Quasi fosse un mappamondo antico e tuttavia sempre aggiornato sul quale poter leggere sentimenti, paure, tensioni, idee, conflitti ogni volta diversi, validi per l’uomo del ’600 non meno che per quello di oggi. Ecco perché ogni sua nuova messinscena incuriosisce pubblico e addetti ai lavori. Tanto più se lascia trapelare chiari intendimenti di modernità come l’allestimento diretto dal portoghese Ricardo Pais che arriva all’Argentina questa sera (con replica domani pomeriggio) a chiusura della trilogia di presenze internazionali iniziata il 26 gennaio e composta da European House di Álex Rigola, Il gabbiano diretto da Andrei Konchalovsky e, appunto, questo D. João.
Esponente di spicco di quella colta generazione di registi europei capaci di coniugare profondità di analisi e sincere esigenze di innovazione, Pais (classe ’45, già ospite del Teatro di Roma nel 2005 con UBUs) ci promette un lavoro originale, semplice, altamente teatrale, che parte proprio da certe intime suggestioni legate al testo. «Ciò che mi attrae in Don Giovanni - spiega - è innanzi tutto il principio di piacere, quella sorta di treno di compulsioni che portano finalmente alla sfida della morte». Sfida che si svolge tutta sotto il segno del contrasto tra etica e disperazione e il cui esito non potrebbe che essere grottesco. «Trovo curioso - riprende il regista - che la disperazione sia messa al servizio di una commedia, ossia, che una buona parte dello spirito di sopravvivenza che caratterizza la commedia sia, in questo caso, lo spirito di disperazione euforica e di totale insoddisfazione». Calati in uno spazio scenico spoglio e lineare che li vuole in bilico su un piano inclinato dal sapore postmoderno, i personaggi si collocano dunque tra commedia e tragedia e, intrisi di retorica, si dibattono tra pulsioni controverse, affidandosi essenzialmente alla parola, alla corpo, alla musica.

Con approdi encomiabili: basti considerare le belle prove di Petro Almenda/Don Giovanni («un matador in fuga in avanti», lo ha definito la stampa nazionale) e di Hugo Torres/Sganarello.
Spettacolo in portoghese con sovratitoli. Info: 06-684000345.

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