Roma - La class action in Italia è stata introdotta dalla finanziaria 2008, ed è stata resa famosa in tutto il mondo dopo il caso Usa di Erin Bronckovich. Si tratta in pratica di un’azione legale condotta da uno o più soggetti che, membri della classe, chiedono che la soluzione di una questione comune di fatto o di diritto avvenga con effetti ultra partes per tutti i componenti presenti e futuri della classe. Essa viene considerata il modo migliore con cui i semplici cittadini possono essere tutelati e risarciti dai torti delle grandi aziende o delle multinazionali, in quanto la relativa sentenza favorevole avrà poi effetto o potrà essere fatta valere da tutti i soggetti che si trovino nell’identica situazione.
La class action potrà essere azionata dalle associazioni dei consumatori presenti nel Consiglio nazionale consumatori e utenti ma anche da parte di associazioni di «consumatori, investitori e altri soggetti portatori di interessi collettivi legittimati». Su questo punto è previsto un passaggio parlamentare nelle commissioni parlamentari competenti. La platea dei soggetti legittimati a ricorrere sarà così più ampia, per consentire, ad esempio, cause collettive anche per eventuali danneggiamenti ambientali. L’avvio della causa collettiva ha effetti immediati: interrompe le prescrizioni delle altre cause avviate dai consumatori, magari singolarmente. Sono quindi previsti vari passaggi. Il primo è la decisione del giudice, che dovrà solo stabilire se l’impresa va condannata. Fisserà però anche le modalità per stabilire gli importi dovuti e la procedura per attribuire il rimborso ad ogni singolo cittadino. Dalla causa collettiva si passa quindi a stabilire rimborsi individuali: questo passaggio sarà gestito da una Camera di Conciliazione che dovrà essere costituita presso il tribunale che si occupa della causa. In questa fase parteciperanno in modo paritario i difensori di coloro che hanno proposto l’azione di gruppo e la società chiamata a rispondere del proprio comportamento. Durante questa procedura i cittadini possono anche ricorrere singolarmente e, nel caso si ritengano non soddisfatti dall’accordo raggiunto, possono anche decidere di proseguire l’azione giudiziaria. Sono infine previste modalità per pubblicizzare la sentenza di condanna e l’accordo raggiunto nella successiva transazione.
Un’ultima misura serve ad evitare che i costi ricadano sui consumatori. La parcella degli avvocati dei ricorrenti sarà pagata dalla società condannata, anche se solo parzialmente. L’importo dovuto non dovrà però superare il 10% del valore.
L’Italia ha anticipato la proposta di Bruxelles sulla class action che arriverà all’inizio del prossimo anno,secondo il responsabile dell’Antitrust Ue, Neelie Kroes, che presenterà un Libro Bianco con "specifiche raccomandazioni per rendere più semplici i ricorsi dei privati, in primis i consumatori, contro i danni subiti dalla violazione delle regole sulla concorrenza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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