«Così funziona il progetto Impatto Zero»

Se oggi i clienti di Arval possono mettere in strada flotte amiche dell’ambiente, il merito è anche loro. Dei tecnici del progetto Impatto Zero di LifeGate, che fin dal 2005 collaborano con la società di noleggio per dare vita all’iniziativa Ecopolis.
«Arval ci ha chiamati - spiega Simone Molteni, responsabile scientifico di Impatto Zero - e noi abbiamo messo a disposizione il know-how necessario per rendere concreta la sua visione: fare della sostenibilità il valore cardine del business».
Nasce così Ecopolis Fleet, la soluzione che oggi Arval offre alle aziende per quantificare l’impatto ambientale del parco auto, ridurlo attraverso la sostituzione delle vetture più inquinanti e, infine, compensare le emissioni nocive tramite la riforestazione di aree verdi, in Italia e nel mondo.
Impatto Zero, però, non si rivolge solo al settore della mobilità: «Dal 2002, ci proponiamo come interlocutori di tutti coloro che intendono impegnarsi per lo sviluppo sostenibile - prosegue Molteni -: le aziende aderenti al progetto sono già 450, mentre i prodotti con il marchio Impatto Zero superano i 150 milioni». Oltre a proporlo ai clienti attraverso Ecopolis Fleet, Arval ha aderito in prima persona a Impatto Zero, compensando le emissioni della propria flotta interna: per i 597.

500 chili di Co2 riversati nell’atmosfera, la società si è impegnata a riforestare 150mila metri quadri in Costa Rica.

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