(...) e se fosse per lui comincerebbe subito. Nel 2009, la Regione ha stanziato 40 milioni di euro che ha messo a disposizione dei comuni. Ne hanno usufruito in 400. Ma ora il problema è diverso. «Noi siamo pronti da ieri, non da oggi - continua Formigoni -. Il governo conosce la nostra proposta e spero che mi dia una mano e mi dica di sì. Io vorrei partire anche prima dellestate. È una cosa intelligente e solidale. È il federalismo dellintelligenza, dellapertura e dellefficienza per dire superiamo questo sistema che premia soltanto i viziosi».
Oltre allaspetto della territorialità e quindi al riconoscimento alla Regione di una autonomia di gestione delle risorse disponibili, il nuovo patto ha come linea guida anche la possibilità do diluire in più anni limpatto finanziario dellinvestimento. Non solo, ma il fatto di avere a disposizione un periodo di sperimentazione di tre anni, ad esempio, permetterebbe di realizzare fra le varie amministrazioni un sistema di compensazione che favorisca interventi pubblici e investimenti. Lidea è quella di creare un sistema basato su certificati di stabilità, coordinati e garantiti dalla Regione.
«Per consentire ad un ente locale che deve affrontare un investimento, di avere una maggiore flessibilità rispetto allobiettivo-base stabilito dal patto - spiega il governatore lombardo - è necessario che un altro ente, in quel momento più libero nel margine di manovra, metta le proprie risorse a disposizione, con la certezza che, nellarco della durata del patto, le saranno restituite». Tutto il sistema però, precisa Formigoni, può funzionare solo se viene accettata dallo Stato la prima caratteristica del nuovo patto, cioè la pluriennalità che consente di ottimizzare il meccanismo dei bilanciamenti. Mentre la flessibilità significa mettere subito i soldi in circolo, pagare i fornitori e avere i bilanci in regola. Il nuovo patto territoriale non deve essere fondato soltanto su un sistema sanzionatorio. «Immagino che i certificati di stabilità depositati nella banca Regione, possano prevedere il riconoscimento di un vero e proprio interesse legato ad alcuni indicatori di virtuosità». Esattamente quello che chiedeva laltra mattina il presidente dellAnci Lombardia, e sindaco di Varese, Attilio Fontana alla manifestazione dei 500 amministratori pubblici. Che ci fosse uninversione della politica per cui si tornasse a premiare chi rispetta le regole e non il contrario, come invece accade ora. E allindomani della marcia dei cinquecento, i primi cittadini di Milano e Torino, Letizia Moratti e Sergio Chiamparino accantonano le frizioni sulla mobilitazione milanese. «Letizia mi dice che cè la disponibilità del governo - ha detto Chiamparino che ieri ha firmato con la Moratti un protocollo Anci sul federalismo fiscale -: mi auguro che venga al più presto formalizzata con la convocazione di un incontro a Palazzo Chigi con i più alti livelli ministeriali».
Sulla stessa lunghezza donda anche il sindaco di Milano: «Mi auguro che si individui una proposta che non intacchi il rigore ma dia ai comuni la flessibilità necessaria per continuare a erogare i servizi ai cittadini».
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