Milano - Avvocati che si abbracciano in aula, imputati con le lacrime agli occhi, i due pubblici ministeri Eugenio Fusco e Carlo Nocerino che abbandonano l'aula senza una parola e scurissimi in volto. E' tutta in queste immagini il senso della clamorosa sentenza con cui il tribunale di Milano ha mandato assolte con formula piena tutte le banche accusate di complicità con Calisto Tanzi nella vicenda Parmalat, imputate di concorso in aggiotaggio per le bugie raccontate ai risparmiatori di tutto il mondo ai quali venivano venduti i bond spazzatura del gruppo di Collecchio. Morgan Stanley, Citibank, Bank of America e Deutsche Bank escono incolumi dal processo, e nsieme a loro vengono assolti - anch'essi con formula piena - i manager che la Procura aveva portato sul banco degli imputati.
Per la Procura, ma anche per quei risparmiatori che avevano rifiutato le transazioni con le banche e si erano costituiti parte civili nel processo, è una sconfitta pesante ed in buona parte inattesa, dopo un processo lungo e complesso in cui gi avvocati dellle banche avevano manifestato più volte il disagio per l'asprezza con cui il giudice Gabriella Manfrin conduceva le udienze, e che era stato interpretato quasi come un preannuncio di condanna.
Invece la sentenza accoglie in pieno la linea portata in aula dai legali degli istituti di credito e dai loro consulenti. Per raccontare quanto questo arrivi inatteso basta il commento di Nerio Diodà, difensore di Citibank, uno dei veterani del foro milanese che alla lettura del dispositivo non riesce a trattenere l'emozione: "A 65 anni, è l'emozione per un grande atto di giustizia vera. Voglio fare i complimenti al tribunale di Milano che in una situazione difficile, in cui c'erano pressioni importanti, ha avuto la forza, la capacità e l'indipendenza per un atto di grande correttezza. La Procura ha fatto l'impossibile, ma gli elementi che le difese hanno portato in aula dimostravano inequivocabilmente l'inesistenza del reato". In sostanza, le banche sostenevano di non avere mai avuto gli elementi per conoscere il reale stato di salute di Parmalat e di essere anch'esse vittime delle menzogne di Tanzie e dei suoi collaboratori.
La corte si è presa
90 giorni per depositare le motivazioni. Per questo processo, comunque, oggi si è probabilmente pronunciata l'ultima parola: prima che si possa celebrare un giudizio di appello, le imputazioni saranno tutte prescritte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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