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Crisi, l'Antitrust avverte: le imprese non scarichino i costi sui consumatori

Catricalà: "Pericoli con intrecci e posizioni dominanti. E serve più concorrenza". Il monito di Napolitano: "L'Economia è immorale, recuperare i valori". Draghi: "Ora strategie d'uscita"

Crisi, l'Antitrust avverte: 
le imprese non scarichino 
i costi sui consumatori

Roma - Serve un’attenta vigilanza per evitare che le aziende scarichino i costi della crisi economica sui consumatori. Lo ha sottolineato il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, nella relazione annuale presentata alla Camera. "Occorre vigilare - ha detto Catricalà - affinché i costi della crisi non siano riversati sui consumatori: il pericolo, latente in tutti i mercati, si manifesta in particolare in quelli caratterizzati da intrecci e posizioni dominanti".

Più concorrenza L’organismo di tutela della concorrenza segnala "i rischi di un ritorno al protezionismo e a politiche restrittive, forse più facili in termini di consenso, ma dannose per gli interessi della collettività". Ma è sopratutto "in ragione della crisi" che l’Autorità torna a riaffermare che "la concorrenza sviluppa nuova ricchezza da investire e da distribuire" e anche di fronte ai "vincoli di finanza pubblica, giustamente considerati dal governo", si "possono solo incoraggiare le liberalizzazioni e lo sviluppo di autonome iniziative imprenditoriali, favorire soluzioni, forse più lente ma stabili, dei problemi di crescita che in Italia hanno da tempo assunto caratteristiche strutturali".

Leggi contro i consumatori "In parlamento va scoraggiato lo stillicidio di iniziative volte a restaurare gli equilibri del passato, a detrimento dei consumatori". Il monito arriva dal presidente dell’Antitrust che punta il dito contro le norme che riguardano la possibile abolizione delle parafarmacie, l’abrogazione della facoltà di recesso annuale nei contratti assicurativi e la cancellazione dei tetti Antitrust per l’importazione di gas naturale.

Class action peggiorata L’Antitrust boccia la nuova class action definita dal parlamento. "L’anno scorso - ha detto Catricalà - avevamo auspicato che il rinvio dell’entrata in vigore della legge introduttiva servisse a migliorarla. La soluzione che oggi si profila (nel ddl Sviluppo in esame alla Camera) sembra di segno contrario e le associazioni dei consumatori sono rimaste sole nell’affermazione di un principio di civiltà giuridica". In particolare, per l’Antitrust sono criticabili la non retroattività dell’azione collettiva e i nuovi "filtri" introdotti. All’Authority poi, ha aggiunto Catricalà, "potrebbe essere riconosciuto un ruolo più incisivo nell’istituto della class action che in Italia, per la resistenza di pochi, stenta a trovare giusta considerazione".

Aprire i mercati "Il processo di apertura dei mercati deve essere riavviato". È il monito lanciato da Catricalà. "Importanti appuntamenti - ha sottolineato - attendono il Paese: alta velocità ferroviaria, disciplina del trasporto del gas, digitale terrestre e satellitare, banda larga e comunicazioni elettroniche di nuova generazione. Siamo ben consci - ha aggiunto il numero uno dell’Autorità - che gli investimenti pubblici e privati devono avere i ritorni attesi. Sappiamo che alcune forme di separazione tra rete e servizio sono di per sé onerose. Ma l’appuntamento più importante è quello con la concorrenza. Non ci saranno aperture né ampliamenti - ha concluso Catricalà - se prevarranno sempre gli incumbent, se non daremo fiducia alle nuove iniziative economiche, se sceglieremo ogni volta la soluzione meno destabilizzante per i vigenti equilibri".

L'immagine delle banche La reputazione delle banche italiane sta pagando una trasparenza spesso troppo scarsa nei confronti dei clienti. Lo ha detto Catricalà, spiegando che "stabilità e redditività" degli enti creditizi "discendono anche da fattori reputazionali, che oggi sembrano compromessi più che in altri periodi: parte della sfiducia è dovuta alle prassi contrattuali spesso troppo articolate e difficilmente comprensibili da parte dei risparmiatori".

Proprio per questo motivo, ha spiegato Catricalà, "vanno fatti ulteriori passi in avanti sulla strada della trasparenza, intrapresa solo ora con timidezza".

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