da Roma
La crisi finanziaria legata ai mutui Usa esige, in Europa, una cooperazione cross border molto più forte dellattuale da parte delle autorità di vigilanza nazionali. Il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet e il ministro italiano dellEconomia, Tommaso Padoa-Schioppa, premono perché si raggiunga presto - possibilmente entro il 2008 - una forma di collaborazione che preveda maggiore scambio di informazioni, e forte cooperazione fra le autorità nazionali. Se ne discute, oggi a Bruxelles, alla riunione dellEcofin: ma molto difficilmente sarà presa una decisione in proposito, per lopposizione di regno Unito e Germania.
«La recente turbolenza nei mercati finanziari - osserva Trichet - ha evidenziato limportanza di una cooperazione internazionale che funzioni. È chiaro che il livello di collaborazione cross border fra le autorità di vigilanza dellUnione europea - aggiunge il presidente della Bce - non è ancora sufficiente». Trichet si dice «molto daccordo» con Padoa-Schioppa, secondo il quale «mantenere semplicemente lo status quo nella regolamentazione e nella supervisione Ue non è unopzione fattibile». Sia il banchiere centrale europeo che il ministro italiano sollecitano («Tps» lo ha fatto anche con una lettera inviata al presidente di turno dellEcofin, il ministro delle Finanze portoghese Fernando Taixeira dos Santos) la piena attuazione del piano Lamfalussy sulla supervisione europea dei mercati finanziari.
Nonostante i timori del commissario alla concorrenza, Neelie Kroes, sul coinvolgimento di alcune banche europee (oltre alla britannica Northern Rock e alla tedesca Ikb) nella crisi originata dai mutui subprime, le maggiori riserve a un coordinamento europeo più stretto vengono proprio da Londra e Berlino. Le decisioni dei comitati europei che riuniscono i supervisori nazionali resteranno, dunque, «non vincolanti».
Nel frattempo, la crisi rischia di avere un impatto più largo del previsto in Europa. «Le condizioni globali del credito si sono irrigidite e sono destinate a peggiorare - avverte il commissario alleconomia Joaquin Almunia - perché le istituzioni finanziarie dovranno fare i conti con perdite significative». Tutto questo, secondo Almunia, concorre a prevedere uneconomia in rallentamento non soltanto nel 2008, ma anche negli anni successivi. «Se saremo troppo lenti a mettere in campo le contromisure, le conseguenze potrebbero essere molto gravi», conclude leurocommissario.
Intanto, lEuropa deve fare i conti con uninflazione che ha toccato in novembre il 3%. «Non possiamo ignorare i rischi crescenti sul fronte dei prezzi - osserva il presidente dellEurogruppo Jean-Claude Junker, allingresso della riunione dei ministri finanziari dellarea euro - ; allo stesso tempo, dobbiamo tenere a mente che leconomia europea sta rallentando, dunque dobbiamo affrontare insieme i due rischi». Per Junker è sbagliato dire che i maggiori pericoli sono alle spalle, «anzi sono rivolti al rialzo».
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