Cronaca internazionale

"Non date aiuti a loro". La verità sulle parole della figlia di Assad (e sulle bombe)

In un messaggio privato, Zein al Assad scrive di fare attenzione alle associazioni che raccolgono i fondi per aiutare i cittadini siriani. Ma viene scambiato per un diktat

"Non date aiuti a loro". La verità sulle parole della figlia di Assad (e sulle bombe)

Quando si parla di Siria, accade sempre una magia. La realtà diventa tutta in bianco e nero: da una parte i buoni - ovvero i cosiddetti ribelli, spesso legati ad Al Qaeda o a quello che rimane dell'Isis - e dall'altra i cattivi, anzi, il cattivo: il regime di Bashar al Assad. Non ci sono zone grigie. Tutto è sempre così evidente. Ed è così che un messaggio privato di Zein, figlia del leader siriano, diventa un caso diplomatico.

Il Corriere della Sera parla di diktat (che però diktat non è, come vedremo a breve) e scrive: "Nessuna pietà. Né per i morti, né per i vivi. La distruzione siriana resta nel cono d’ombra. D’un regime che rifiuta gli aiuti, perché diretti in regioni dell’opposizione". In realtà non è proprio così. E lo si capisce ricostruendo come sono andate realmente le cose e non come le ha riportate il quotidiano di via Solferino: "In un post (Zein) trova il modo di mettere sul chi va là i suoi follower, citando un link di raccolta fondi per i terremotati d’Idlib, una delle città più colpite (e però controllate dai ribelli)". La realtà è però diversa: la figlia di Assa non scrive alcun post ma risponde, privatamente, a una storia di un suo contatto (fonti legate ai ribelli parlano invece di un'operazione di spam), mettendolo in guardia perché la raccolta fondi che stava promuovendo andava ad aiutare i residenti di Idlib, l'ultima roccaforte ribelle in Siria.

E qui occorre aprire una doverosa premessa: gli aiuti sono aiuti e, di fronte a un terremoto come quello che ha colpito la Siria, devono arrivare a tutti. Ribelli compresi. Perché anche nelle zone da loro controllate ci sono ospedali al collasso, bambini rimasti orfani e a rischio ipotermia. Zein ha certamente sbagliato, ma ha solo scritto a un suo contatto (o a più di uno, se si ascoltano le fonti dei ribelli). Privatamente e, tutto sommato, pure con garbo.

Direct figlia Assad

Un diktat sugli aiuti, invece, è arrivato da Oltreoceano. Il segretario di Stato Anthony Blinken, infatti, ha affermato che gli aiuti americani arriveranno sì in Siria, ma non nelle zone controllate dal regime. Perché gli aiuti, quando si è in guerra, possono essere usati come arma. Sia da una parte sia dall'altra.

Il Corriere della Sera fa inoltre riferimento a un bombardamento compiuto da Assad contro la città di Marea, a nord di Aleppo, subito dopo il terremoto del 6 febbraio scorso. Il sito Syrialiveuamap, che tiene monitorato ogni accadimento nel Paese, non ne fa però cenno. Inoltre, val la pena sottolineare che l'area di cui la città fa parte è sotto il controllo turco e sarebbe una decisione alquanto improvvida, certamente possibile ma improvvida, quella di ordinare un bombardamento contro Marea e per di più subito dopo una tragedia come quella del terremoto. Tutto però è possibile in guerra.

Anche spacciare la menzogna per verità.

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