"Pronti a usare l'atomica": Minsk imita Mosca nelle minacce nucleari

La Bielorussia è pronta a usare le armi atomiche di Putin. L'asse con la Russia preoccupa la Nato e i paesi europei confinanti

"Pronti a usare l'atomica": Minsk imita Mosca nelle minacce nucleari
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La Bielorussia si è dichiarata pronta a usare le sue armi nucleari tattiche. Ad affermarlo è stato il capo di stato maggiore delle forze armate di Minsk, maggior generale Pavel Muraveiko. La fedele alleata di Mosca alza il livello di tensione nell'Europa continentale che continua ad assistere ad esercitazioni militari da Guerra Fredda e marca il territorio seguendo l'esempio del Cremlino.

"Siamo pronti a usare l'atomica" in nostro possesso, questo il messaggio di Minsk al termine delle esercitazioni congiunte con le Forze nucleari non strategiche della Federazione Russa. "Ora possiamo dirlo con sicurezza: le forze armate della Bielorussia sono pronte a utilizzare armi nucleari tattiche", riporta il ministero della Difesa bielorussa attraverso l'agenzia d'informazione russa Tass.

Esercitazioni nucleari congiunte

Nella giornata di ieri il ministero della Difesa russo aveva annunciato l'inizio della "seconda fase" di esercitazioni nucleari, non strategiche, in conformità con la decisione presa dal presidente Vladimir Putin. La prima fase delle esercitazioni era stata avviata il 21 maggio nel distretto meridionale della Russia. Decisione che aveva provocato la preoccupazione di diversi Paesi membri della Nato.

Lo scopo di queste esercitazioni è quello di "accertare la preparazione" delle armi nucleari tattiche, dei sistemi e degli operatori assegnati per: "Garantire incondizionatamente la sovranità e l'integrità territoriale" di Russia e Bielorussia. Nella prima fase di questa serie di esercitazioni, che ha coinvolto solo le forze di Mosca, era stata inoltre testata la preparazione dei missili ipersonici Kinzhal. Armi lanciabili da aerei e navi che possono essere armate con un carico esplosivo convenzionale o nucleare.

Le armi di Minsk

Fino a pochi mesi fa non era chiaro se Bielorussia possedesse realmente le "armi tattiche" che avrebbe dovuto ricevere dalla Russia nonostante i vertici militari di Minsk fossero tornati a parlare di una "nuova dottrina militare" adeguata al livello di tensione raggiunto tra il Cremlino e la Nato nella una nuova polarizzazione causata dal conflitto in Ucraina. Le affermazioni del generale Muraveiko confermerebbero la "cessione".

La scorsa estate il presidente russo Vladimir Putin aveva "deciso il trasferimento in Bielorussia di un numero imprecisato di testate nucleari tattiche". Armi da impiegare nell'eventualità di una escalation che trascinerebbe in uno scontro convenzionale le forze della Nato e la Russia.

Questo tipo di armi, definito "tattico", è armato con testate di potenza ridotta rispetto a quelle con qui sono armare le armi nucleari strategiche, e potrebbero essere impiegate sul campo di battaglia provocando comunque danni devastanti, ma ridotti al campo di scontro. L'impiego di una simile arma, vanificata la deterrenza, potrebbe innescare una escalation nucleare con armi strategiche con conseguenze inimmaginabili.

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