Beccato con 25 chili cocaina. Ma il gip non lo manda in carcere: ecco perché

Lo hanno fermato in un'area di servizio con droga per oltre due milioni e mezzo di euro

Beccato con 25 chili cocaina. Ma il gip non lo manda in carcere: ecco perché
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Gli trovano 25 chili di cocaina tra auto e abitazioni, oltre 50mila euro in contanti e una pistola rubata. Ma lo spacciatore – nonostante il valore di mercato della droga superi i 2,5 milioni di euro – è già a casa. Ai domiciliari, su decisione del gip, che ha respinto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dal pubblico ministero.

L’uomo, un cittadino albanese residente a Spello, era finito nel mirino della Guardia di Finanza, che lo sospettava coinvolto in un traffico di droga tra Spello, Foligno e altri centri della provincia di Perugia. Per settimane le Fiamme Gialle lo avevano seguito, senza destare sospetti, raccogliendo elementi concreti sul suo coinvolgimento nello spaccio.

Quando è scattato il blitz, i finanzieri lo hanno fermato nei pressi di un’area di servizio a Foligno. Ma nemmeno loro si aspettavano un sequestro di tale portata. All’interno di due doppi fondi artigianali, nascosti sotto i sedili posteriori dell’auto e azionabili solo con un meccanismo sofisticato, sono stati trovati 10 panetti di cocaina: 12 chili in tutto. Nell’auto anche 10mila euro in contanti, ritenuti provento dello spaccio.

Le perquisizioni si sono quindi estese a due abitazioni nella disponibilità dell’uomo, a Spello e Foligno. E anche lì il bottino è stato rilevante: altri 13 chili di cocaina (in 11 panetti), una pistola risultata rubata, 46mila euro in contanti e diversi telefoni cellulari, alcuni dei quali criptati.

Il valore complessivo della droga sequestrata è stimato, come detto, in oltre due milioni e mezzo di euro: l’uomo, arrestato, è stato inizialmente trasferito nel carcere di Spoleto. La procura di Perugia aveva chiesto per l’albanese la custodia cautelare in carcere, ma il gip – pur convalidando l’arresto e convenendo con gli investigatori che la quantità di droga sequestrata è tale da potersi affermare con certezza che la cocaina era destinata allo spaccio – ha ritenuto che mandare l’uomo – fino a ieri incensurato - in prigione sarebbe stata una misura troppo afflittiva, anche considerato che l’uomo avrebbe collaborato con gli inquirenti dopo l’arresto, spedendolo quindi agli arresti domiciliari, e prevedendo anche la misura del braccialetto elettronico.

Lo stesso gip ha comunque evidenziato che i telefoni cellulari, le schede sim, l’abbondanza di denaro contante e l’arma fanno pensare a una “organizzazione complessa di gestione dello spaccio”. Forse l’albanese arrestato, insomma, non è l’unico responsabile di questa fiorente attività stroncata dalla Finanza. E le attività di indagine, dunque, potrebbero non essere finite qui.

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