Cronache

Lo studio: "1200 morti in meno se tutti si fossero vaccinati"

Una ricerca italiana mostra quanti morti e ricoveri in meno avremmo avuto se si fosse vaccinato anche il 12% di no vax: "1.200 morti in meno". La spesa ospedaliera, poi, ammonta a 90 milioni di euro

Lo studio: "1200 morti in meno se tutti si fossero vaccinati"

Se i no vax avessero accettato di vaccinarsi, soltanto negli ultimi 30 giorni ci sarebbero stati 1.200 morti in meno o si sarebbero salvate 1.200 vite in base a come si decide di vederla. I numeri crescono se si parla di nuovi ingressi in terapia intensiva con 1.300 ricoveri in meno, se parliamo di ricoveri nei reparti ordinari (ben 8mila in meno) per finire con i nuovi positivi che sarebbero stati ben 181mila in meno.

Cosa dice la ricerca

Questi numeri sono stati sviscerati da un gruppo di epidemiologi guidato da Lorenzo Monasta, epidemiologo dell'IRCCS Materno Infantile "Burlo Garofolo" di Trieste. Per il loro lavoro, i ricercatori hanno usato i dati pubblicati dall'Istituto Superiore di Sanità che comprende tutte le categorie: dai nuovi contagiati con malattia lieve o moderata ai contagiati no vax o con una, due o tre dosi. Raccogliendo i numeri, hanno eseguito una simulazione sui non vaccinati con più di 12 anni nel periodo compreso tra 13 dicembre e il 12 gennaio. In quel mese, chi era senza nemmeno una dose rappresentava il 12% del totale, il restante 88% aveva invece ricevuto almeno una prima vaccinazione.

"Ecco l'impatto del vaccino"

Ecco l'ulteriore prova di quanto sia importante vaccinarsi, sgombrando il campo da ogni dubbio di chi sostiene che gli attuali vaccini non siano efficaci contro la variante Omicron. “Senza fare distinzioni di dosi e prendendo semplicemente i non vaccinati, risulta quindi che il rischio di infettarsi per un non vaccinato è stato di 1,8 volte quello di un vaccinato. Il rischio di essere ricoverato è stato di 7 volte, quello di essere ricoverato in terapia intensiva di 14 volte, e il rischio di morire è stato di 6 volte quello di un non vaccinato”, affermano i ricercatori a Repubblica.

Cosa sarebbe cambiato

Se è vero che anche i vaccinati possono finire in ospedale e morire, questo accade in misura infinitamente minore rispetti ai no vax, sono dati di fatto inconfutabili e incontrovertibili. Prendendo in esame soltanto i non vaccinati e dando loro la stessa possibilità di contagiarsi e ammalarsi di chi ha avuto il siero, ecco i numeri sottolineati dai ricercatori e di cui abbiamo scritto in apertura. "Solo negli ultimi 30 giorni, avremmo risparmiato il 9% dei nuovi casi, cioè 181mila, il 42% dei ricoveri ordinari, cioè 8mila, il 61% dei ricoveri in terapia intensiva, cioè 1.300, e ben 1.200 morti, il 39%”.

L'Iss calcola basandosi su quando la persona che si infetta perde la vita, non in base a quando avvengono. È per questa ragione che il numero delle morti complessive è un po' inferiore al numero delle persone che perdono la vita quotidianamente. I dati, poi, mostrano come Omicron sia nettamente più infettiva anche con tre dosi di vaccino ma è più violenta con chi non ne ha ricevuta nemmeno una: per chi ha il booster Omicron è una banale influenza o poco più; per chi ha zero dosi o ha iniziato il ciclo vaccinale, la nuova variante può essere molto più pericolosa come dimostra il bollettino quotidiano con i nuovi ingressi negli ospedali italiani.

Quanto spendiamo per i no vax

OItre al danno per il sistema sanitario nazionale, la beffa per gli italiani vaccinati che pagano le tasse per i ricoveri di chi non crede al vaccino: i ricercatori del Dipartimento di studi giuridici ed economici dell'Università La Sapienza di Roma ha calcolato la spesa quotidiana sapendo che un ricovero nei reparti ordinari costa 710 euro e uno in terapia intensiva 1.680 euro con una durata media, rispettivamente, di 11 giorni e 12 giorni. "Pur senza considerare l’elevatissimo costo dei morti, e quello delle quarantene precauzionali e delle malattie, e dei disagi nei servizi, ma considerando solamente il costo dei ricoveri, se i non vaccinati avessero ricevuto almeno una sola dose, avremmo risparmiato 90 milioni di euro.

Pari al 46% della spesa che si sarebbe effettivamente sostenuta", concludono.

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