La banda degli onesti

La banda degli onesti

La vicenda di questa crisi e del governo da essa partorito assomiglia alla trama de La banda degli onesti, il film capolavoro di Camillo Mastrocinque con Totò e Peppino, che racconta le rocambolesche avventure di una compagnia di falsari. Nell'attuale vicenda politica, infatti, dall'inizio alla fine (ammesso che sia finita) non c'è una sola parola di verità, ma solo furbizie e bugie, un gioco nel quale tutti hanno truffato tutti.

Proviamo a mettere in ordine i fatti. Tutto inizia il 5 marzo 2018, giorno dopo le elezioni politiche. Salvini e Di Maio provano a mettersi insieme, ma non è un colpo di fulmine. L'ipotesi della «strana alleanza», ormai è accertato, era pronta da mesi, nonostante gli insulti reciproci scambiati per l'intera campagna elettorale. Alla fine i due fanno il governo truffando i rispettivi elettorati, ai quali avevano promesso ben altre soluzioni.

Passano i mesi e Salvini, dichiarando eterna fedeltà a Di Maio, truffa Berlusconi, dal quale aveva avuto via libera ad andare al governo con i Cinque Stelle in cambio dell'assicurazione che si sarebbe trattato di una soluzione emergenziale, che lui sarebbe rimasto il leader di tutto il Centrodestra.

Arrivano le elezioni europee, Salvini stravince e parte in contemporanea un doppio inganno. Da una parte Conte, spalleggiato da mezza Europa, si attrezza nel segreto per frenare la corsa di Salvini; dall'altra Salvini, in altrettanto segreto, lavora per preparare la caduta di Conte.

Ad agosto si scoprono le carte e sappiamo com'è andata: la truffa di Conte vince su quella di Salvini, perché, nel frattempo, l'odiato Renzi si era lavorato Conte, offrendogli di cambiare in corsa la Lega con il Pd.

Tutto bene quel che finisce bene? Macché, anche le carte di Renzi erano truccate, sia nella mano con Conte che in quella con Zingaretti. Incassato il governo (e la sua salvezza personale), Renzi infatti molla il Pd e avvisa Conte: amico, ora se vuoi vivere te la dovrai vedere con me (detto da uno che non sa stare sotto padrone suona come una preavviso di sfratto). Conte, quindi, passa da truffatore di Salvini (il quale aveva truffato prima Berlusconi, poi Di Maio e infine lui) a truffato da Renzi, che aveva appena truffato Zingaretti.

Detto che tutti insieme hanno truffato gli italiani, la domanda ora è: «Chi trufferà Renzi?». Perché di onesti qui non c'è traccia neppure all'orizzonte, si vedono solo falsari. Anzi, il più sano come si dice ha la rogna.

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