Bastano degli sms dell'amante come prova del tradimento per richiedere la separazione con addebito a carico del coniuge che è venuto meno al dovere di fedeltà.
Lo ha confermato la Cassazione con la sentenza 5510 depositata oggi dopo la decisione della Corte d'Appello di Milano riguardo una coppia del capoluogo lombardo. È stato infatto giustificato "l'addebito per la violazione dell'obbligo di fedeltà, in ragione della scoperta, nel novembre 2007, di messaggi amorosi pervenuti sul cellulare" del marito, Enrico C., e scoperti e letti attentamente dalla moglie, Fabrizia V.
Il marito aveva provato a spiegare che il matrimonio era già in crisi da anni e che la scoperta del tradimento era aveva solamente "aggravato una crisi coniugale presente da tempo" ma la Cassazione ha obiettato che nella coppia c'era già stata una "riconciliazione" nel 2002, anno del riavvicinamento e della nascita dell'ultima figlia, e che a far venire meno la ritrovata unità era stata proprio la "scoperta dell'infedeltà" appresa nel 2007 da Fabrizia che, per caso o deliberatamente, aveva deciso di dare un'occhiatina al cellulare di Enrico.
L'ex marito
dovrà ora versare alla donna duemila euro al mese per il mantenimento e tremila euro al mese per il mantenimento dei tre figli, oltre al pagamento totale delle spese straordinarie concordate tra le parti.
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