A Chengdu (14 milioni di abitanti) per il 12° Challenge Bibendum

A Chengdu (14 milioni di abitanti) per il 12° Challenge Bibendum

ChengduPrendere un taxi a Chengdu, capoluogo della provincia del Sichuan e quarta città della Cina con i suoi 14 milioni di abitanti, è un'esperienza indimenticabile. A uscirne vivi. Per i rischi che corrono gli autisti e gli spaventi che ti fanno prendere, come nulla fosse per loro, sempre a un niente da un incidente. E vegeti. Per quanto sono sporchi, trasandati e cadenti letteralmente a pezzi gli abitacoli delle vecchie Volkswagen adibite al servizio. Verdi nell'aspetto, con la caratteristica livrea color pisello, e di fatto, in quanto trasformate - come molti autobus - per viaggiare a metano. Ecco: il metano. Una scelta di convenienza per chi fa tanta strada (l'ultimo taxi che abbiamo preso per tornare in albergo aveva sulle ruote la bellezza di 744mila chilometri). Ma anche una virtù - consumare e inquinare di meno - dettata come molte delle cose che accadono in Cina dall'opportunità, se non dalla necessità. Già oggi il 3% dei veicoli circolanti nell'ex Celeste Impero va a gas. E grazie anche al fatto che non è troppo faticoso trovare un distributore (sono oltre 5mila) si stima che il prossimo anno le immatricolazioni di veicoli a metano possano superare quota due milioni.

Per i costi elevati e la limitata autonomia non decollano invece, esattamente come da noi, le vendite di vetture elettriche e ibride plug-in: poco più di 40mila nonostante gli incentivi governativi (16 miliardi di dollari fino al 2020) in un mercato che nei 10 mesi del 2014 ha totalizzato 19 milioni di veicoli. Ma «a corrente», soprattutto nelle grandi città, milioni di cinesi ci vanno già: con gli scooter elettrici, i moderni sostituti della bicicletta per coloro che un'auto non possono ancora permettersela. Ecologicamente corretti e materialmente pericolosi, perché sbucano a frotte da tutte le parti senza essere annunciati da alcun rumore. Tanto che in molti casi solo il clacson, di cui i cinesi fanno larghissimo uso, salva alla fine l'incolumità di guidatori, passeggeri e pedoni. Ma con il boom del tasso di motorizzazione (180 auto per mille abitanti lo scorso anno, più del triplo rispetto al 2010 e con la prospettiva secondo uno studio della società di consulenza Arthur D. Little di arrivare a oltre 500 nel 2050), quella degli incidenti e delle vittime (918 morti nella sola Pechino nel 2012) è già diventata un'emergenza. Insieme con gli ingorghi da traffico (quasi due ore di tempo perse in coda nell'arco di ventiquattro) e l'inquinamento dell'aria (150 giorni l'anno oltre i limiti, tanto che in diverse città non si vede più il sole neppure nelle ore diurne).

Anche la Cina, dunque, insieme con i vantaggi del trasporto su strada di persone e cose, scopre ora ma su scala ben più ampia, i crescenti costi connessi che noi europei ben conosciamo. E proprio per questo, Chengdu, la più dinamica tra le città cinesi, ha scelto di ospitare la dodicesima edizione del più importante evento internazionale dedicato alla mobilità sostenibile: il Challenge Bibendum promosso da Michelin, un forum dei principali attori del settore mirato non solo all'analisi e all'approfondimento dei problemi, ma anche all'individuazione delle soluzioni, messe per la prima volta nero su bianco con una Carta Verde che indica le azioni possibili. Quali? Al di là dell'ovvia preferenza per i veicoli a basse emissioni, il «think tank» del Bibendum pone fortemente lì'accento sulle potenzialità offerte dalla rivoluzione digitale (la connessione tra veicoli e con le centrali che gestiscono grandi quantità di dati) per integrare le varie forme di mobilità e massimizzarne l'efficienza in termini di costi, tempo e qualità degli spostamenti.

Il servizio di car sharing, sotto questo profilo, sembra avere le maggiori possibilità di crescita nelle grandi città, in quanto toglie una parte delle auto di troppo dalle strade e fa risparmiare tempo e denaro.

Aveva 2,3 milioni di iscritti nel 2012 tra Stati Uniti ed Europa; arriverà a 26,2 milioni nel 2020, stando alle previsioni della società di consulenza Frost & Sullivan. Se non di più, qualora abbia successo pure in Cina - dove i tedeschi di car2go pensano di sbarcare nel 2016 - grazie anche alle restrizioni crescenti alle nuove immatricolazioni imposte dalle amministrazioni delle maggiori città.

Intanto, nell'hinterland di Pechino ha preso rapidamente piede il car pooling di Haha Pince, con un milione di utilizzatori in pochi mesi, mentre i governi locali continuano a investire fortemente

nello sviluppo delle infrastrutture e del trasporto pubblico, anche in collaborazione con i privati. Sperando che basti, viste le attese di crescita della popolazione urbana in Cina fino a un miliardo di persone nel 2050.

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