Consulta due ospedali in un giorno ma manca la diagnosi e muore: risarcimento da 1,3 milioni

Un uomo è morto dopo aver consultato per un forte dolore due ospedali diversi per tre volte nello stesso giorno: le strutture sono state condannate a un maxi-risarcimento

Consulta due ospedali in un giorno ma manca la diagnosi e muore: risarcimento da 1,3 milioni

Una settimana di dolore, la richiesta di aiuto a due ospedali diversi per tre volte nello stesso giorno e la morte poco dopo.

È questo quello che è successo a Mohammad, un uomo padre di 4 figli. A giugno del 2008 l'uomo comincia a non stare bene: lo strato interno dell'aorta si stava lacerando. Mohammad va così al pronto soccorso di Chiari, oggi Asst Franciacorta, ma nessun medico riconosce alcuna anomalia.

Ma lui sta ancora male e qualche ora più tardi torna allo stesso ospedale e anche questa volta l'esito è lo stesso: l'uomo sta bene. Il dolore però aumenta sempre di più e così decide di andare in un altro pronto soccorso, quello degli Spedali Civili di Brescia. Qui gli viene fatta una lastra al torace ma nessuno riesce a capire cosa possa provocare questo dolore.

Oggi le due strutture sono state condannate a un maxi risarcimento di un milione e 300 mila euro per non essere giunti a una tempestiva diagnosi che avrebbe potuto salvare l'uomo, così come riporta il Corriere della Sera. Diagnosticare la dissecazione aortica, secondo il giudice, non è facile in un pronto soccorso ma in questo caso bastava un po' più di accuratezza.

"La notevole latenza - si legge nella sentenza - fra insorgenza dei sintomi e decesso, che poteva consentire l’attuazione con la dovuta tranquillità degli esami necessari, la reiterazione di richiesta di assistenza medica che deponeva per il perdurare di un disturbo non trascurabile e la disponibilità di protocolli diagnostici da tempo validati per lo studio del sintomo del dolore toracico, consentono di escludere che il caso presentasse particolari difficoltà".

L’ospedale di Chiari è quindi responsabile della sottovalutazione del quadro clinico e dell’omissione dei dovuti accertamenti diagnostici mentre i sanitari degli Spedali Civili

sono responsabili "di non essere giunti tempestivamente ad una corretta diagnosi pur avendone la possibilità sia sotto il profilo temporale che di mezzi e competenze diagnostiche". Le due aziende ricorreranno in appello.

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