Cronache

Altro che cautela: "Cosa c'è dietro il coprifuoco"

L'infettivologo Matteo Bassetti commenta la scelta di mantenere il coprifuoco alle 22: "Non ha senso. Ci voleva più coraggio", afferma

Altro che cautela: "Cosa c'è dietro il coprifuoco"

"Il coprifuoco alle 22 mi sembra una ripicca nei confronti delle regioni, che chiedevano un'ora in più". Non ha peli sulla lingua il professor Matteo Bassetti che, dalle pagine del quotidiano Il Giorno, commenta duramente la scelta di confermare il coprifuoco alle ore 22 fino al prossimo luglio. "Ci voleva coraggio. - dice l'infettivologo del San Martino di Genova - I contagi sono vicini allo zero. Gli esercizi pubblici sono i primi, nel loro stesso interesse, a rispettare le norme della sicurezza".

Il punto sui contagi

Un studio recente sul virus ha provato che la trasmissione virale si verifica soprattutto in ambienti chiusi e mal coibentati. Per contro, il rischio di contrarre l'infezione calerebbe drasticamente all'aperto con una casista pari allo 0,1 dei contagi registrati fino ad oggi. Dunque, al netto di altre proiezioni, è probabile che l'estate favorisca un'inversione dell'attuale trend epidemiologico con l'ipotesi di un graduale ritorno alla normalità. "L'avevamo detto tante volte, la stagione estiva ci viene incontro, a patto di mantenere le distanze. - spiega Bassetti -I contagi all'aria aperta saranno uno su mille, ha poco senso colpevolizzare le strutture in esterni, si perde di vista l'obiettivo. Occorrerebbe piuttosto limitare i contagi dove si concentrano, sui mezzi pubblici, in famiglia, negli ospedali. Ma bar e ristoranti lasciateli stare. Credo sia sbagliato puntare il dito sempre contro le attività regolamentate. Siamo stati sei mesi chiusi, e i contagi continuavano a crescere a prescindere".

Il rebus delle riaperture e il coprifuoco

Il tema delle riaperture divide tanto l'opinione pubblica quanto i virologi del panorama nostrano. Se è vero da un lato che, dal prossimo 26 aprile, molte attività riapriranno i battenti, dall'altro sfugge la logica per cui certe altre dovranno seguitare con la serrata fino ad estate inoltrata. "In Italia sembra mancare una logica. - continua Bassetti - Forse è passato il concetto 'azzoppare tutti, cosi tutti corriamo meno veloci'. Lo stesso criterio che ha portato a precludere l'ingresso negli stadi, anche con pochissimi tifosi distanti tot metri uno dall'altro. Ma qualcosa sta cambiando, non dico liberi tutti, ma le attività ripartono come già accade nel resto d'Europa". Quindi la stoccata sul coprifuoco: "Mi sembra una scelta politica. Che male c'è, io dico, a tenere aperti la sera, fino alle 23, i locali, i ristoranti? - prosegue l'infettivologo del San Martino -Parliamo di rischio calcolato. Del resto, anche il premier Draghi ha ammesso che il rischio zero non esiste. Quel rischio di mille volte inferiore dipende dalla bella stagione, sarebbe stupido non sfruttarla. Ora, d'accordo, il governo ha fatto un'operazione intelligente con le riaperture. Però il coprifuoco alle 22 mi sembra una ripicca nei confronti delle regioni, che chiedevano un'ora in più. Ci voleva coraggio. I contagi sono vicini allo zero. Gli esercizi pubblici sono i primi, nel loro stesso interesse, a rispettare le norme della sicurezza".

La terapia monoclonale funziona?

Mentre la campagna vaccinale prosegue a passo spedito, anche dal fronte terapeutico giungono buone nuove. La cura coi monoclonali, seppur ancor in fase di sperimentazione, sembra sortire buoni risultati. "Funzionano", afferma Bassetti. Poi conclude: "Lo hanno visto in Liguria, come nel Lazio, in Veneto e in Emilia Romagna: un ricovero costa tremila euro, una fiala milleottocento. Basti pensare quanti giorni di ricovero si risparmiano con una terapia somministrata nei primissimi giorni. Oggi poi siamo più bravi a fare diagnosi, sappiamo già quali parametri controllare, quali radiografie richiedere, quali farmaci usare. Abbiamo gli strumenti, i vaccini.

Insomma, cerchiamo di andare incontro all'estate con fiducia".

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