Coronavirus

La cura c'è ma nessuno la usa: il mistero (irrisolto) dei monoclonali

L'Italia ha acquistato 150mila dosi di anticorpi monoclonali praticamente ancora inutilizzati: ad un mese dall'ok dell'Aifa, mancano procedure e linee guida. "Manca la formazione. Non è stato previsto neanche un corso sui monoclonali"

La cura c'è ma nessuno la usa: il mistero (irrisolto) dei monoclonali

Siamo sempre in emergenza, la campagna vaccinale sta incontrando montagne da scalare inimmaginabili ed un'arma che abbiamo a disposizione e per la quale si è lavorato tanto viene utilizzata pochissimo: stiamo parlando degli anticorpi monoclonali, determinanti nel curare la malattia quando è ancora allo stadio iniziale.

Qual è la situazione

L'Italia, al momento, ha acquistato 150mila dosi che vanno destinate ai pazienti maggiormente esposti a contrarre una forma grave di Covid ed evitare l'ospedalizzazione. Bene, fino ad ora ci sono state più chiacchiere che fatti: come riporta IlMessaggero, i centri che attualmente li somministrano sono poco più di cento (sui 368 abilitati) e, fino al 31 marzo, i pazienti trattati con questa cura sono stati poco più di mille in tutta la nazione. Pochissimi. Per fare degli esempi, su 150mila dosi disponibili il Veneto ne ha sommistrate circa 300, Toscana e Lazio 150, il Molise 4 volte e la Calabria una volta soltanto. "Il problema di fondo è che il meccanismo è complicato - spiega Francesco Menichetti, Direttore di Malattie infettive dell'Azienda Ospedaliera Pisana - perché tutto funzioni serve una continuità assistenziale territoriale a regola. In sostanza, il paziente da trattare lo segnala il medico oppure le Usca, ma dopo un test diagnostico a carico del malato. Tutto però deve avvenire entro 5 giorni. Nella nostra scarsa efficacia di continuità assistenziale, pesa prima di tutto il test, perché il reperimento può fare inceppare il meccanismo".

"Il messaggio fino a ieri era: vaccinare, vaccinare, vaccinare; oggi il messaggio è fate presto a dotare le strutture sanitarie e noi operatori di vaccini e terapie innovative, a partire dagli anticorpi monoclonali per combattere, e vincere questa malattia. Anche per ridare agli italiani ulteriori spazi di vita. Fate presto!" È l'appello lanciato dal direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia.

"Mancano le linee guida"

La cosa incredibile è che, un mese dopo l'autorizzazione da parte dell'Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) sull'utilizzo degli anticorpi monoclonali, i medici di famiglia denunciano la mancanza di linee guida. "Non ci sono state ancora fornite le linee di indirizzo nazionali sulle cure domiciliari dei pazienti Covid, né i percorsi strutturati che le Regioni devono fornire per consentire ai medici di medicina generale di indirizzare i pazienti Covid nel modo più appropriato e più rapido all'uso di questi farmaci". A sottolinearlo è Tommasa Maio, vicepresidente Metis, Società Scientifica dei Medici di Medicina Generale. Come riportato da AdnKronos, per fornire ai medici di medicina generale nozioni sotto il profilo scientifico sul tema, Metis e Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) hanno programmato un webinar che metta a confronto la medicina generale, la specialistica e il mondo del regolatorio al fine di condividere un percorso validato per l'uso di questi farmaci.

"Si perde la possibilità di cure in tempo utile"

Il rischio, osservano i medici di famiglia, è di perdere la finestra temporale utile all'impiego dei monoclonali. "La recente determina Aifa - chiarisce Walter Marrocco, responsabile scientifico Fimmg - prevede la somministrazione il più precocemente possibile rispetto all'insorgenza dei sintomi, e comunque non oltre i 10 giorni dall'inizio degli stessi". Gli fa eco anche Silvestro Scotti, Segretario generale nazionale della Federazione italiana Medici di Medicina Generale che non ci sta a far passare l'idea che a rallentare il meccanismo siano i medici di famiglia. "Noi non abbiamo avuto indicazioni su come attivare la procedura. Non sappiamo a chi ci dobbiamo rivolgere, non esiste una piattaforma informatica su cui collegarci. E poi manca la formazione. Non è stato previsto neanche un corso sui monoclonali".

In tutto questo marasma, gli esperti sono molto preoccupati dalle varianti del Covid: se non si fa in fretta ad utilizzare i monoclonali già acquistati e disponibili, potrebbero diventare inefficaci se il virus continuasse a mutare con questa velocità rischiando di gettare via tutte le dosi inutilizzate e bruciare le centinaia di migliaia di euro che sono servite per acquistarle.

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