Coronavirus

Quella strage silenziosa nelle case di riposo Usa morte 7mila persone

Negli Stati Uniti d'America è strage dentro le case di riposo a causa delle case di riposo e secondo il New York Times in 7mila sarebbero morti dall'inizio della pandemia

Quella strage silenziosa nelle case di riposo Usa morte 7mila persone

Una prima ravvisaglia di preoccupazione delle morti all'interno delle case di cura a causa del coronavirus si era avuta quando a Seattle, nello stato di Washington, una casa di cura era stata isolata dopo che due terzi della struttura aveva contratto il virus. Morirono in 35, ed era fine febbraio. Oggi il New York Times rilascia invece dei numeri spaventosi di una strage interna alle case di cura Usa dove in 7mila sarebbero già morti e moltissimi sarebbero i malati. I numeri rilasciati in queste ore sono ben lontani da quelli che erano stati dati precedentemente.

Nel New Jersey sono stati ammucchiati, all'esterno di una casa di cura, ben diciassette corpi di persone morte per il virus. Mentre in Virginia più di un quarto degli ospiti di una casa di cura sono morti. La situazione non cambia nel Maryland, dove 24 sono periti per il virus. Nel Kansas, tra ospiti e lavoratori, sono stati infettati in 100. Nei centri che accolgono i veterani di guerra non più in grado di provvedere a se stessi il virus si sta diffondendo a macchia d'olio. Mediamente all'interno delle case di cura di New York sono morte 25 pesone con picchi, come quelli registrati al Cobble Hill Health Center di Brooklyn, di 55 morti.

Comparando i dati provenienti da tutte le case di cura, i morti per coronavirus all'interno delle strutture per anziani risulta essere un quinto dei morti totale negli Stati Uniti d'America. Alcune interviste e inchieste condotte all'interno degli ospizi americani hanno dimostrato che la maggior parte delle strutture non sono pronte ad affrontare una crisi sanitaria del genere, non hanno materialmente l'attrezzatura per combattere un virus che riesce a diffondersi con questa portata e velocità. Pesanti parole di Betty McCaughey, ex tenente governatore di New York la quale li ha definiti: "Pozzi di morte" che ora ha fondato una commissione volta ad istruire come non diffondere il virus all'interno di strutture ospedaliere e sanitarie: "Queste strutture erano già al collasso, con personale allo stremo e poco materiale per riuscire a proteggersi dalle infezioni. Immaginate un malato di Covid dentro una casa di cura: è una carneficina". Sono stati analizzati i numeri di tutte le case di cura; dalla più costosa e lussuosa fino a quelle che vengono gestite con i sussidi dello stato. La situazione non cambia. In queste case di cura l'infermiere si muove da una stanza all'altra facendosi ponte per il virus ed infettando in pochi attimi tutti gli ospiti: "Immaginiamo gli stessi lavoratori di queste strutture", ha continuato Betty McCaughey, "Spesso hanno altri lavori per tirare avanti e invece di prendere il virus dentro la casa di cura lo prendono nell'altro posto dove lavorano. Arrivano dentro la casa di accoglienza e chiaramente compiono un massacro".

Il Nyt inoltre racconta la storia di Rosa Mendes, impiegata in una struttura di Miami (Florida). La donna, in coda per effettuare il test per il coronavirus, ha raccontato che la sua azienda provvedeva a proteggerla con una mascherina da utilizzare tutto il giorno essendo molto esposta aiutando i pazienti ad utilizzare il bagno quotidianamente. Ora ha la tosse e la gola dolorante: "Non so come andrò a finire" ha raccontato al quotidiano.

Molte altre case di cura si sono invece blindate, riuscendo a trattenere i propri lavoratori all'interno della struttura e non consentendo più le visite dei parenti.

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