«Le liste di attesa per essere sottoposti ad interventi di artroprotesi di anca o di ginocchio, nell'ospedale Giovanni Paolo II di Olbia, sono significativamente lunghe, di regola si attende non meno di sei mesi. Non si riesce ad accrescere l'operatività a causa dell'alta incidenza di interventi urgenti di ordine traumatologico», afferma il professor Giuseppe Mela, primario ortopedico all'ospedale Giovanni Paolo II di Olbia, un istituto all'avanguardia con 150 posti letto che vuole raddoppiarli. Nel reparto di ortopedia e traumatologia (ha trenta letti ed una struttura di trenta persone, di cui dieci chirurghi ortopedici) si eseguono oltre 1200 interventi chirurgici l'anno, di cui 300 di protesi dell'anca e del ginocchio.
«La chirurgia protesica, in un reparto che risponda a tutte le esigenze di ordine ortopedico-traumatologico -afferma il professor Mela - non può essere effettuata prima delle altre urgenze che, anche in osservanza delle Linee Guida nazionali ed internazionali, debbono essere operate nelle 24 ore. Pur essendo il nostro reparto dei più operativi in Sardegna, si assiste, in tutta l'Isola, ad una mobilità passiva importante che diviene necessario arginare, sia in termini organizzativi che in termini strettamente professionali. Naturalmente, nell'Ospedale di Olbia si registra anche una notevole mobilità attiva che è quella che deve finalmente spingere a elaborare nuovi modelli funzionali che portino ad un incremento decisivo in grado di dare risposte puntuali ai pazienti che necessitino di interventi ortopedici». In una seduta operatoria, l'equipe del professor Mela, è in grado di effettuare 5-6-7 interventi protesici. «Diverse volte nel corso di un anno, si è costretti a programmare sedute operatorie no-stop, al fine di rispondere adeguatamente, per quanto possibile, alle richieste di chirurgia programmata. In quelle sedute sono stati effettuati 8-10, anche 13-15 interventi protesici. II 4 dicembre 2014 - ricorda il professor Mela - erano stati programmati con largo anticipo diversi interventi, data la disponibilità di posti letto liberi, si è potuta effettuare una seduta operatoria nella quale sono stati portati a termine 20 interventi protesici, 12 di anca, di cui 2 bilaterali di anca in tempo unico e 2 bilaterali di ginocchio».
Nato a Buddusò, in provincia di Olbia-Tempio, laureatosi in medicina a Milano e specializzatosi al Cto e a Roma al Gemelli, ha sviluppato ad Olbia in particolare la chirurgia protesica, quella vertebrale e la chirurgia della mano. «D'estate, in Sardegna - ricorda Mela - grazie anche alla vicina Costa Smeralda, vi sono oltre 7 milioni di turisti, per questa ragione aumentiamo l'impegno nell'area traumatologica per le grandi fratture. Eseguiamo 400 di questi interventi all'anno».
La Sardegna ha grandi tradizioni nella chirurgia protesica: già negli anni Sessanta a Sassari vi era un Centro di eccellenza guidato dal professor Sotgiu, allievo del professor Pietrogrande di Milano che, a sua volta, aveva insegnato anche a Sassari. Il professor Mela (iniziò la specializzazione in chirurgia a Milano, anni in cui frequentava il padiglione Zonda del Policlinico, diretto dal professor Edmondo Malan, pioniere della chirurgia vascolare) ha intensificato negli anni le relazioni scientifiche sia con le più importanti università italiane, sia con numerose all'estero.
«Con i colleghi dell'università di Pittsburgh ( James D'Antonio) e di Athens-Atlanta (Anthony Mahoney), abbiamo frequenti scambi scientifici», ricorda Mela che ha organizzato in Sardegna negli anni Novanta e nel 2004 e 2006 dei congressi internazionali di ortopedia con esperti europei e statunitensi, oltre a trecento ortopedici italiani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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