Così i grillini fanno esplodere la rivoluzione dell'aperitivo

Che tristezza la rivoluzione della birra media in corso a Torino

Così i grillini fanno esplodere la rivoluzione dell'aperitivo

Che tristezza la rivoluzione della birra media in corso a Torino. Pochi giorni fa il sindaco, Chiara Appendino, ha emesso un'ordinanza «anti-movida», l'usanza di ammassarsi nei locali per bere qualcosa assieme a stuzzichini di solito scadenti. Tra le misure previste c'è il divieto di vendere e consumare alcolici d'asporto (in bottiglia o bicchiere di vetro) dopo le 20. Gli obiettivi principali sono colpire il commercio abusivo ed evitare che le strade siano coperte di bottiglie di vetro pronte a trasformarsi in taglienti cocci. Ricordiamo tutti cosa è successo a Torino nel corso della finale di Champions league. Quel 3 giugno fu sufficiente un attimo di panico davanti al maxi-schermo di Piazza San Carlo per provocare un fuggi fuggi dagli effetti tragici, peggiorati proprio dalla quantità di bottiglie gettate a terra.

A molti cittadini, tuttavia, il provvedimento non piace. Lo giudicano soprattutto un goffo tentativo di dimostrare d'aver capito la lezione. Ma le restrizioni appaiono tardive ed esagerate. Alcuni torinesi aggiungono velenosi: solo un sindaco grillino poteva innescare la rivolta dello spritz. A danno si aggiunge danno. In pochi mesi di amministrazione 5 stelle, la città ha subito un trauma e un crollo d'immagine. La tensione all'interno delle istituzioni, a partire da quella sempre più forte tra Movimento e questura, non aiuta.

Premesso questo, le rivendite illegali sono intollerabili e la «movida» non può essere fonte di disturbo o pericolo. Le forze dell'ordine inoltre hanno il dovere di verificare che l'ordinanza, giusta o sbagliata, sia applicata. Alcuni frequentatori dei centri sociali invece sono andati oltre al civile dissenso e hanno reagito come se fosse stato infranto un diritto umano di nuovo conio: quello all'aperitivo (in bicchiere di vetro). Ora e sempre resistenza, in nome dell'happy hour. Dalle minacce alla polizia, sono passati agli sputi e infine alle botte. Gli agenti si sono ritirati e hanno reagito con una carica alla quale hanno partecipato i reparti antisommossa. Caos, urla, fuga generale.

La mischia non ha risparmiato chi se ne stava seduto pensando ai fatti suoi.

Purtroppo sono tanti i motivi per protestare (mai con la violenza). Il diritto all'aperitivo non rientra nel novero. Ma il problema forse è un altro: l'aria a Torino sta diventando irrespirabile.

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