Cronache

La Cei, la nomina di Zuppi e il futuro del Papato: il retroscena

A Roma, città originaria del cardinal Matteo Maria Zuppi, è partito il tam-tam dopo la nomina a presidente Cei. Quali interpretazioni circolano sul futuro del papato

La Cei, la nomina di Zuppi e il futuro del Papato: il retroscena

Il cardinal Matteo Maria Zuppi è il nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana ma il porporato italiano è anche uno dei nomi che vengono riportati più spesso quando si scrive del futuro del papato.

E questo perché l'arcivescovo di Bologna, come peraltro la nomina di papa Francesco per la Cei dimostra, è di sicuro uno di quegli altri ecclesiastici in grado d'incarnare il concetto di "Chiesa in uscita", che è centrale per la pastorale di Jorge Mario Bergoglio e che già dice molto sul futuro della Chiesa cattolica. Ma pronosticare chi sarà il prossimo successore di Pietro è un esercizio - come abbiamo ribadito più volte - che rischia d'essere inutile.

Comunque sia, a Roma, città originaria dell'arcivescovo di Bologna, è già partito il tam-tam interpretativo. Le letture che circolano sono due: c'è chi pensa che, con la presidenza della Cei, Zuppi possa essere stato "bruciato" per il soglio di Pietro. E questo viene ventilato allegando due motivazioni. La prima: nessun presidente della Cei è mai stato eletto Papa.

Poi c'è un altro motivo che gira soprattutto sulle chat di chi si occupa di "cose vaticane": durante questo pontificato, si è più volte ipotizzato che il presidente della Cei venisse unificato, come figura, con il vicario generale della diocesi di Roma, com'è stato ad esempio nel caso del cardinal Camillo Ruini. Per Zuppi, significherebbe sì lasciare Bologna ma anche avere molto più "potere" ecclesiastico concentrato nelle sue mani. E per qualche addetto ai lavori questa potrebbe essere un'altra causa di distanza probabilistica dalla successione papale.

Esistono tanti "però". Anzitutto la Cei è stata istituita di recente in confronto alla storia millenaria della Chiesa cattolica. Dunque è normale che un Papa non sia mai passato dalla presidenza dei presuli italiani. L'altro punto interrogativo, che è poi quello più rilevante, può essere semplificato così: davvero la prassi e la tradizione ecclesiastica, considerato quanto è cambiato nel corso dell'ultimo decennio (dalle dimissioni di Benedetto XVI alla "rivoluzione" di papa Francesco,) possono essere elementi utili per comprendere se un presidente della Cei possa o no divenire vescovo di Roma?

Certo è che una parte di quella che viene chiamata "destra ecclesiastica", ora come ora, ritiene che la nomina di Zuppi possa inficiare sulle future logiche del Conclave. Ma si tratta appunto di una interpretazione che può assomigliare ad una congettura.

E infatti dai limitrofi della "sacre stanze" ci arriva una smentita secca: "Questo è del tutto irrilevante - ci dice un sacerdote che conosce molto bene cosa accade in Vaticano, in relazione al fatto che la presidenza Cei "bruci" Zuppi per il papato - . Sono stati eletti pontefici da cardinali di Curia, da segretari di Stato, da capi di Dicastero...". Insomma, il fatto che l'arcivescovo di Bologna sia stato scelto come capo dei vescovi italiani - questa è la versione che va per la maggiore - non può influire sull'avvenire.

Una postilla: al netto di tutte le cose che verranno dette in merito alla novità di queste ore, sembra palese come la Chiesa italiana stia tornado centrale nel contesto universale.

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