Cronache

Donato ucciso in discoteca: tornano a piede libero gli aggressori

Quasi dieci mesi di attesa per ottenere i risultati degli esami autoptici, necessari in vista del processo per omicidio preterintenzionale: dai domiciliari, i due imputati tornano a piede libero con obbligo di firma

Donato ucciso in discoteca: tornano a piede libero gli aggressori

Tornano a piede libero e con semplice obbligo di firma i due giovani accusati di omicidio preterintenzionale compiuto nei confronti di Donato Monopoli, il ragazzo ucciso a seguito di un autentico pestaggio subito in discoteca nel tentativo di sedare una rissa.

I genitori della vittima, sconvolti per questo ennesimo smacco, disperano di poter giungere ad una giusta conclusione della vicenda. "Non ho più fiducia nel sistema", lamenta il papà Giuseppe come riportato da "FanPage", devastato non solo dal dolore della perdita di un figlio ma anche logorato da una estenuante battaglia per ottenere giustizia che non pare portare ad alcun risultato.

Un dramma che affonda le radici nel 6 ottobre del 2018, quando Donato, allora 26enne, si recò a Foggia per partecipare ad una festa di universitari. Una volta raggiunta la discoteca "Le Stelle" in compagnia di alcuni amici, il ragazzo inizia a ballare ed a divertirsi. Tutto bene, fino al momento in cui non scoppia un altrerco tra uno dei giovani che si trovavano nel suo gruppo ed un coetaneo.

Parte il primo pugno, e Donato cerca di frapporsi fra i due litiganti per impedire che la situazione possa degenerare, restando tuttavia coinvolto anch'egli nella colluttazione. Il 26enne viene attaccato e pestato a sangue, con uno degli aggressori seduto sopra di lui, disteso a terra, ad infierire senza pietà. Trasportato in condizioni estremamente gravi all'ospedale di Foggia, il 26enne viene ricoverato d'urgenza. Tuttavia, a causa di una seria emorragia cerebrale, si determina il suo trasferimento presso il reparto di rianimazione del nosocomio di San Giovanni Rotondo. Dopo un intervento chirurgico, proprio quando ogni speranza sembrava perduta, Donato riesce a riprendersi e torna addirittura cosciente. Sono passati 6 giorni da quel terribile pestaggio, è il 12 di ottobre, ed il giovane può riabbracciare i suoi familiari.

Una gioia, purtroppo di breve durata, dato che dopo soli due giorni, a causa di un aneurisma, la vittima finisce in coma. Da allora in poi un vero e proprio calvario per il povero ragazzo, coi medici che tentano più volte di recuperare la situazione ricorrendo ad ulteriori interventi chirurgici. Donato si arrende e muore in ospedale lo scorso 8 maggio 2019. Un decesso che fa sì che anche il capo di imputazione dei presunti responsabili, vale a dire Michele Verdosa e Francesco Pio Stallone, si trasformi in omicidio preterintenzionale. Ecco perchè gli inquirenti dispongono un esame autoptico per chiarire le precise cause del decesso del ragazzo. I genitori devono attendere per quasi 10 mesi, prima di avere un responso, al termine del quale, tra l'altro, i due imputati, ristretti ai domiciliari fino a quel momento, tornano in stato di libertà con semplice obbligo di firma fino alla prima udienza del processo che li vedrà alla sbarra.

"Ci sentiamo soli nel combattere questa battaglia che, al momento ci sembra sia stata dimenticata dalla Legge, dal tempo e dalla stessa giustizia", lamentano i genitori Giuseppe e Donata. "Nostro figlio non ha potuto vivere.

Speriamo almeno che possa avere giustizia", concludono.

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