E adesso fategli un mazzo così

E adesso fategli un mazzo così

Messa in scena anche l'ultima parte della recita il voto del nuovo governo sulla piattaforma dei Cinque Stelle oggi può partire il Conte bis. Se ci aspetta davvero quello che è scritto sul programma diramato dai grillini un mix di derive socialiste e utopie moderniste - non siamo ben messi. Ma questo lo vedremo nei prossimi mesi. Serve spaccarsi la testa, e spaccarla (metaforicamente) a Salvini per essere caduti dalla brace grillina alla cenere della sinistra? No, non serve. Oggi non serve nulla, neppure indignarsi perché la casta dei parlamentari ha fatto di tutto per evitare le elezioni e salvare cosi la pelle.

Vogliamo dire che abbiamo perso? Sì, abbiamo perso, anche se in realtà liberali e moderati non sono mai stati in partita, tanto era chiaro fin dal primo minuto di gioco che le urne non sarebbero state la soluzione della crisi e che se anche lo fossero state Salvini avrebbe guardato altrove, tanto si è cronicizzata la miopia politica che l'ha portato a schiantarsi.

Ma proprio perché tutto questo è vero oggi c'è anche un'aria di liberazione. Liberazione dagli equivoci che hanno anestetizzato la classe dirigente e l'elettorato non di sinistra e non iper sovranista in quest'ultimo anno e mezzo. Da oggi è tutto più chiaro, per certi versi più semplice: noi siamo noi, non più reietti o figliastri, non dobbiamo più inseguire onde non familiari e in fondo neppure i sondaggi. Chi la pensa come noi ed è in politica, a questi deve solo preoccuparsi di fargli un mazzo tanto sia in Parlamento che in tutte le sedi possibili. Perché Pd e Cinque Stelle la storia e la cronaca fanno testo non sono fuoriclasse e neppure degli dei, anche se nelle prossime ore daranno a intendere di esserlo, ben supportati dai rispettivi gazzettieri.

Anzi, Pd e Cinque Stelle quando è toccato a loro comandare - hanno espresso il peggio della politica, non hanno mai combinato nulla di buono. Nomi? A caso: Di Maio, Toninelli, Di Battista, Prodi, Renzi, Raggi, Boldrini.

Una combriccola di incapaci e furbetti, una squadra «zero tituli» (e zero crescita) come direbbe mister Mourinho.

E se la domanda fosse: «Già, ma che si fa, come si fa e con chi si fa?», la risposta è che non lo so. Bisogna affidarsi ai saggi, tipo Eraclito: «Senza la speranza è impossibile trovare l'insperato».

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