E sulla presenza del suo nome nella lista Falciani dice: «Il mio conto regolarmente denunciato»

E sulla presenza del suo nome nella lista Falciani dice: «Il mio conto regolarmente denunciato»

RomaIl finanziere Davide Serra respinge le accuse ma soprattutto rigetta le maliziose allusioni circa le sue amicizie e la presunta opacità di alcune delle operazioni messe in atto dal fondo lussemburghese Algebris che gestisce dal 2006.

Il broker respinge con vigore l'ipotesi di insider trading ventilata per il suo interessamento ancora in tempi non sospetti verso le banche popolari, poi investite a metà gennaio dal decreto legge di Palazzo Chigi che ne converte molte in società per azioni.

E il comunicato, rilanciato ieri mattina dalle agenzie di stampa, sembra fugare ogni dubbio, anche se adesso lo stesso Serra dovrà spiegare nei dettagli il suo operato alla Consob che lo ha convocato per un'audizione.

La società Algebris, insomma, rigetta «categoricamente», come si legge nel comunicato, che ci sia stata una «riunione a Londra con intermediari italiani o stranieri il 16 gennaio scorso circa l'opportunità di investire nelle popolari italiane».

Il broker, diventato popolare nelle cronache politiche italiane per aver finanziato le primarie di Renzi e i convegni alla Leopolda, subisce insomma in questi giorni il tiro incrociato di due filoni di indagine e delle corrispettive inchieste giornalistiche. La prima riguarda la sopra citata «operazioni banche popolari» ora sotto la lente della Consob. La seconda invece concerne la presenza del suo nome nella cosiddetta «lista Falciani», elenco di beneficiari italiani di conti della banca Hsbc.

Anche a questo proposito la replica di Serra intende sottolineare la trasparenza del suo operato. «Avere un conto denunciato regolarmente presso una delle più grandi banche del mondo non è un reato» spiega Serra che ricorda poi di essere soggetto al fisco inglese col quale ha sempre avuto «rapporti di massima correttezza». Quindi essere nella lista di clienti della banca diffusa dall'ex dipendente di Hsbc, Hervè Falciani, non vuol dire essere evasori. «La lista Falciani - afferma il finanziere - è nota alle autorità da anni e da anni tutte le forze dell'ordine dedicate ai reati finanziari hanno piena consapevolezza di chi ha agito correttamente e chi no. Peccato vedere strumentalmente tutti in uno stesso calderone».

C'è l'«evidente intenzione - prova a suggerire il finanziere di origine genovese ma da anni residente nella capitale britannica - di utilizzare con scopi non chiari alcune figure del tutto estranee a qualsiasi reato o comportamento non lecito».

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