Fabrizio Corona litiga con il pm

Per l'ennesima volta in anni di traversie giudiziarie Fabrizio Corona litiga coi magistrati e viene redarguito

Fabrizio Corona litiga con il pm

Per l'ennesima volta in anni di traversie giudiziarie Fabrizio Corona litiga coi magistrati e viene redarguito. Questa volta il presidente del collegio delle misure di prevenzione, Maria Gaetana Rispoli, arriva a dire che "non si è mai visto un imputato" che si comporta come lui, riferendosi ai continui interventi polemici di Corona mentre parlavano i testimoni. I giudici milanesi sono chiamati a decidere sul destino dei beni dell'imputato, in particolare sul sequestro della sua abitazione, dei soldi trovati nel controsoffitto dell'abitazione della sua assistente Francesca Persi e del denaro, quasi 900mila euro, trovato in due cassette di sicurezza in Austria.

Durante la deposizione del suo amico Marco Bonato, indagato dalla Procura di Locri per riciclaggio in relazione alla casa in zona corso Como dell'ex fotografo dei vip, Corona è sbottato con: "Ma che domanda è?" rivolto al pm della Dda Alessandro Dolci. "Inaccettabile che si rivolga così a un pm", ha reagito Dolci che ha chiesto di allontanare Corona dall'aula. Il giudice lo ha però "perdonato", dopo averlo rimproverato con asprezza in altri momenti dell'udienza.

"Sono stanco, ho 44 anni, non ho più voglia di fare le guerre, non cerco più la ribalta mediatica, oggi non ho una vita perché l'ho sprecata tutta a lavorare". Nelle dichiarazioni davanti ai giudici della sezione misure di prevenzione di Milano, Fabrizio Corona si sofferma anche sul suo momento esistenziale. "Mia madre è testimone nel 2013 lavoravo 24 ore su 24, non spendevo una lira, stavo con una bella donna (Belen Rodriguez, ndr) ma facevo una vita sacrificata e oggi per questo motivo non ho nemmeno un amico". Corona ha anche chiesto scusa al pm Alessandra Dolci "che stimo" e con la quale aveva avuto in precedenza un diverbio. Si è poi spinto anche a un commento sull'attualità, sempre comparato alla sua vicenda personale: "Mps ed Etruria hanno fatto 500 milioni di debiti, hanno truffato i cittadini onesti e a loro non hanno sequestrato nulla. Io dopo il 2007-2008 non ho più commesso reati, ma sono l'unico che deve pagare sempre, io firmo autografi in carcere a tutti i detenuti, questo sono io e forse a qualcuno non piace come sono".

Con le sue lunghe dichiarazioni, durate più di un'ora, ha cercato di dimostrare che la casa in zona Corso Como venne acquistata dalla sua società Fenice senza commettere irregolarità. E ha ribadito che le somme stellari che incassava erano sì "soldi facili, ma questo non vuol dire che fossero illeciti. Per fare un esempio, mi pagarono 76mila euro per la mia intervista in carcere.

Le mie società negli anni hanno fatturato 17 milioni e ci ho pagato sopra 9 milioni di tasse, non ho portato i soldi all'Isola di Mann, io ho sempre e solo lavorato". Nella prossima udienza, fissata per il 19 dicembre, parleranno pm e difesa e poi i giudici dovranno decidere se confiscare o meno casa e soldi sequestrati.

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