False fatture, condannati i genitori di Renzi. Il giudice: "Prove precise"

Laura Bovoli e Tiziano Renzi sono stati condannati per l'emissione di false fatture. Ecco le motivazioni della sentenza del 7 ottobre scorso

False fatture, condannati i genitori di Renzi. Il giudice: "Prove precise"

La sentenza risale al 7 ottobre 2019, le motivazioni sono state rese pubbliche oggi, a distanza di novanta giorni, secondo la prassi del sistema giudiziario italiano. E allora, andando a vedere quanto scrivono i giudici del Tribunale di Firenze si legge di "prove precise e univoche", che inchiodano sia Laura Bovoli sia Tiziano Renzi, rispettivamente madre e padre del fondatore e leader di Italia Viva, condannati a un anno e nove mesi di reclusione per l’emissione di false fatture.

Con la coppia di coniugi è stata condannato anche un terzo soggetto, l’imprenditore Luigi Dagostino, il cosiddetto "re degli outlet", condannato a due anni di reclusione per fatture false e truffa aggravata.

"Per quanto emerso dall’istruttoria dibattimentale, risulta sussistere un compendio probatorio preciso ed univoco che consente di affermare, senza incertezze, la ricorrenza di tutti gli elementi costitutivi dei reati contestati ai tre imputati", si legge nella motivazione della sentenza del Palazzo di Giustizia della città gigliata.

Secondo le toghe fiorentine è stata comprovata "l'inesistenza oggettiva delle due fatture emesse delle società Party ed Eventi 6, sulla base di molteplici e convergenti elementi". Come il "mancato rinvenimento di qualsiasi documentazione comprovante l'esistenza delle prestazioni indicate nei documenti fiscali".

Le due fatture considerate false e oggetto del processo, perché secondo l'accusa non corrisponderebbero in verità a prestazioni realmente effettuate, sono due e sono quelle relative a presunti studi di fattibilità su progetti commerciali nell'outlet "The Mall" di Reggello (in provincia di Firenze), del valore complessivo di quasi 200mila euro; per la precisione, una da 20mila e l'altra da 140mila euro più Iva. Le fatture vennero pagate alla società Party srl (quella da 20mila euro) e alla Eventi 6 srl (quella da 140mila euro) nel luglio del 2015.

In modo concomitante, il Tribunale di Firenze ha comunque specificato che "nulla è stato rinvenuto nelle perquisizioni effettuate dalla Polizia Giudiziaria presso la sede della società emittenti, nulla è stato rinvenuto presso la sede della Tramor e tra la documentazione di quest'ultima in possesso del depositario delle scritture contabili, nulla è stato mai trovato da coloro che sono stati, successivamente, chiamati ad operare la revisione contabile ed amministrativa della società acquisita, tanto da

rendere necessario un intervento di ravvedimento operoso da parte del gruppo acquirente, con un'operazione di espunzione degli importi fatturati dal bilancio della Tramor e dalle risultante della dichiarazione fiscale".

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