Finalmente l'Ong confessa: "Migranti strappati alla Libia"

L'Ong carica 54 migranti e si dirige verso l'Italia. Poi twitta: "Felici di averli strappati dall'inferno libico"

Finalmente l'Ong confessa: "Migranti strappati alla Libia"

Solo un soccorso, oppure c'è dell'altro? Mediterranea Saving Humans, dopo aver recuperato 54 migranti, si appresta a giocare l'ormai nota battaglia per far sbarcare i migranti in Europa. Possibilmente in Italia. Ma mentre di solito le Ong festeggiano il "salvataggio", stavolta si sono spinte oltre. Esultando per aver "strappato 54 vite umane dall'inferno della Libia". E non è una dichiarazione da poco.

Come noto in Italia esiste un reato chiamato "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina", norma per la cui presunta violazione sono già indagati alcuni capitani o esponenti di navi Ong, come Carola Rackete e Luca Casarini. L'articolo 12 del testo unico dell'immigrazione punisce (da 1 a 5 anni) chiunque "promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato ovvero compie altri atti diretti a procurarne illegalmente l'ingresso nel territorio dello Stato". Le Ong si appellano però al diritto del mare e alle Convenzioni internazionali che disciplinano l'obbligo di soccorrere i naufraghi in mare. Salvare da morte certa un clandestino, è in sintesi la tesi, è un obbligo e le opreazioni Sar si concludono solo con lo sbarco dei naufraghi. E visto che considerano Lampedusa il porto più sicuro più vicino alla Libia, si sentono legittimate a portarle lì senza rischiare la condanna per favoreggiamento.

Non tutti i giuristi condividono questa lettura, ma starà ai magistrati valutare chi ha ragione. Non è questo il punto. Quello che di sicuro le norme internazionali non prevedono è il diritto di "strappare migranti dall'inferno della Libia". Sorge allora una domanda: le 54 persone caricate a bordo della "Alex" sono state "soccorse" (perché in pericolo) o sono state "strappate" da un Paese dove non volevano tornare? La differenza c'è, ed è abissale.

Le dinamiche dell'evento Sar sembrano suggerire il desiderio degli umanitari di portare i migranti verso l'Ue a tutti i costi. Per quale motivo, altrimenti, chi governava la barca a vela, che non è adatta ad accogliere tutta quella gente ("il sole è a picco", "non è in grado di navigare per oltre 100 miglia"), non ha atteso l'arrivo della motovedetta libica prima di tirarli a bordo? In fondo, come riporta la cronaca di Repubblica (che è lì con loro), la Marina di Tripoli è arrivata solo "pochi minuti dopo". E ha pure ricordato ai volontari che quel tratto di mare era "di nostra competenza".

L'Ong ha risposto che "c'era una imbarcazione in distress e siamo intervenuti". Bene, parliamo allora del distress. Le immagini pubblicate da Repubblica mostrano le fasi del trasbordo sulla barca a vela. Il gommone è affollato, ma i tubolari sono gonfi e non sembra in fase di affondamento. Sullo sfondo poi si vedono diverse grandi navi, sicuramente più adatte a soccorrerli. Perché non aspettarle? La Guardia costiera italiana ha poi anche avvisato l'Ong "che l'evento sar ricadeva in area di responsabilità delle autorità libiche che avevano assunto il coordinamento dell'evento il controllo dell'operazione". Spettava dunque a loro decidere come soccorrere quei migranti. Ma Mediterranea, "considerando la presenza di donne a bambini", ha deciso di trasferirli a bordo.

Anche le dichiarazioni pubbliche espresse da esponenti di Mediterrnea suggeriscono che l'Ong spinga per anticipare Tripoli e fare in modo che i migranti sfuggano a quel Paese. "Abbiamo messo in salvo 54 persone in mare - ha detto l'armatore Alessandro Metz - per fortuna prima che intervenisse la motovedetta della Guardia costiera libica che ha intimato l'alt. Noi non l'abbiamo ascoltato e porteremo nel porto sicuro più vicino quelle persone". L'Ong non vuole che siano riportati a Tripoli.

Il Tweet pubblicato a caldo è eloquente: "Felici di aver strappato 54 vite umane all'inferno della Libia". Ci sia permesso allora un ultimo quesito: è quindi legittimo andare fin lì, "strapparli" alla marina di Tripoli e portarli verso l'Europa?

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