Finalmente riuniti

Avviso di sfratto a Conte

Finalmente riuniti

Un giro lungo un anno e mezzo per tornare al punto di partenza, a quel 4 marzo 2018, quando il centrodestra unito vinse le elezioni politiche per poi dividersi nella sciagurata esperienza del governo Lega-Cinque Stelle. Non sono stati mesi facili per la coalizione, arrivata a un passo dallo sciogliersi per sempre e in maniera irreversibile. Inutile oggi attribuire colpe o ricordare errori. Questo è il giorno di prendere atto che il centrodestra è tornato ufficialmente unito, forse addirittura più di quanto abbia detto ieri piazza San Giovanni a Roma, gremita come non mai per celebrare la ritrovata pace tra Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni.

Per i tre leader non dev'essere stato facile ricomporre un rapporto di fiducia incrinato da ribaltamenti elettorali, fughe in avanti, paure e dispetti. A loro va dato atto di essere stati alla fine più responsabili di molti loro colonnelli che in questi mesi hanno provato a spingerli verso nuove e improvvisate avventure: c'è stato chi immaginava corse solitarie, chi alleanze innaturali e chi la rottamazione, totale o parziale, della vecchia alleanza. Abbiamo sentito di tutto e di più, ma che piaccia o no la piazza di ieri è la sola alternativa credibile al governo delle sinistre e alla nascente alleanza politica tra Cinque Stelle e Pd. Quindi è una piazza benedetta per chi ama la libertà, e chi se ne frega se tra le duecentomila persone presenti c'era anche qualche decina di simpatizzanti di CasaPound, gente sicuramente meno fascista di Beppe Grillo, che vuole togliere il diritto di voto agli anziani o del premier Conte che vuole in carcere otto milioni di italiani in contenzioso con il fisco.

Agli amici di Forza Italia, abituati a comandare e oggi scettici a stare in coalizione come soci di minoranza, dico di imparare da Silvio Berlusconi, uno che comandante lo è nel dna. Non è il momento di fare i malmostosi, comandare significa fare il bene del tuo esercito e del tuo popolo, non andare allo sbaraglio come fece Cadorna a Caporetto.

E siccome il popolo siamo noi, meglio generali che non ti portano al massacro. Fosse anche solo in attesa di tempi migliori, perché la battaglia è adesso e va combattuta con chi ha uomini, mezzi e munizioni. Un identikit che non corrisponde al nome di Matteo Renzi.

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