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Fuoco sulla Merkel

Ci risiamo. È questa la nuova guerra, quella che ormai ci troviamo a combattere, e a perdere, ogni settimana, puntuale come se fosse un turno del campionato di calcio

Fuoco sulla Merkel

Ci risiamo. Il terrorismo apre il fuoco sulla Germania di Angela Merkel. Un commando formato da tre persone ha aperto il fuoco a Monaco. Ci sono morti e feriti tra i frequentatori del centro commerciale preso di mira. Tre terroristi hanno colpito e si sono poi dileguati con una facilità sconcertante - simile a quella della strage di Nizza - incompatibile con il livello di allerta che nelle ultime ore era stato portato ai massimi livelli anche in tutta la Germania. Il risultato è che una delle capitali d'Europa è stata per ore in balia di tre persone armate: chiuse le metropolitane, evacuata la stazione, sigillati gli alberghi, appelli a barricarsi in casa. Un milione e mezzo di abitanti tenuti in ostaggio non da un esercito ma da tre invasati. È questa la nuova guerra, quella che ormai ci troviamo a combattere, e a perdere, ogni settimana, puntuale come se fosse un turno del campionato di calcio. Del resto non si può vincere se non sai su che campo si giocherà, che facce avranno gli avversari, che peraltro - per nostra gentile e incosciente concessione - indossano la tua stessa maglia, hanno i tuoi stessi diritti, le tue stesse libertà, sia che si tratti di terroristi islamici, nativi o immigrati, sia che si tratti di una folle risposta.

Ci hanno spiegato, quelli che la sanno lunga, che a differenza della Francia, i Paesi non direttamente impegnati nelle guerre in Libia e Siria - come sono la Germania e l'Italia - potevano ritenersi relativamente al sicuro dalla furia islamica dell'Isis, da lupi solitari o anche di semplici folli che si autoproclamano giustizieri. Non è così, non si salva neppure la Merkel, uomo forte dell'Europa, quella che ha platealmente aperto le porte del suo Paese a un milione di profughi siriani (salvo poi fare in sordina retromarcia), quella che capeggia il fronte del no muri e no populismi. Per il terrorismo islamico non ci sono Paesi buoni e altri cattivi, forti o deboli. C'è solo un Occidente da terrorizzare, impaurire e - nella loro folle visione - da conquistare in nome di Allah. Così come per eventuali - e altrettanto folli - estremisti di qualsiasi altro genere.

E allora si torna al punto, alle domande che papa Ratzinger pose nel discorso fatto all'università di Ratisbona che provocò lo sdegno dei benpensanti e che probabilmente gli costò il posto.

Le riassumo: può esistere un islam moderato?; può essere questa religione compatibile con il mondo libero e cristianizzato? In ogni caso, dieci anni dopo, la risposta è nelle tensioni provocate da questa religione e dal fallimento dell'utopia del multiculturalismo.

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