Il gallo e i suoi polli

Il gallo e i suoi polli

Se Giuseppe Conte pensa davvero che una volta liberatosi di Matteo Salvini potrà finalmente fare il premier, allora vuole dire che pur sentendosi gallo non conosce i suoi polli. Ieri si è preso una giornata di gloria - si fa per dire - presentando al paese il suo nuovo giocattolo. Più delle parole che ho ascoltato mi hanno colpito i non casuali silenzi di pollo Renzi, pollo Zingaretti, pollo Bersani e pollo Di Maio. È un silenzio inquietante che non lascia presagire nulla di buono circa la supremazia millantata ieri dal premier bis. Gli ultimi due leader - Renzi e Salvini - che hanno pensato e detto, come ha fatto ieri Conte, «qui comando io» non hanno fatto una bella fine nonostante vantassero un consenso elettorale e una scaltrezza politica che l'attuale premier neppure si sogna.

Se Di Maio e soci non sono riusciti a tenere testa alla Lega, figurati al Pd e ai comunisti. Questo sarà sicuramente un governo di sinistra e se Conte vorrà sopravvivere dovrà aprire ben altro dei porti. Non si illuda - scampato il pericolo elezioni - di potere contare all'infinito sulle aperture e le benevolenze ricevute in questi giorni da oltre confine, perché anche in politica vale il vecchio detto che recita «passata la festa, gabbato lo santo». E in questo senso non so se per Conte sia stato un affare affidare il suo destino in Europa alle sapienti mani del suo predecessore Gentiloni, che del Pd è anima e corpo.

Non ho mai visto in vita mia la sinistra, in tutte le sue declinazione, stare sotto padrone, neppure quando il padrone di turno era uno di loro, figuriamoci di un professore mai eletto da nessuno. «Lealtà» e «affidabilità» sono parole che da quelle parti non hanno mai avuto un senso definitivo e ben lo sa chiunque abbia avuto la disavventura di incrociarne i destini.

Leggo che gli esperti di cose politiche prevedono una lunga vita di questo governo e portano a sostegno della loro tesi argomenti fondati e convincenti.

Ma trascurano la componente umana, una variabile che è sempre in agguato quando si tratta di persone per lo più dall'ego e dalla arroganza sproporzionate e insaziabili. Tra Conte e il suo governo prevedo quindi una luna di miele tiepida (la faccia di Di Maio ieri in aula diceva molto più di tante parole) e breve. Vedremo quanto sarà lunga la guerra di logoramento.

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