Gela, imprenditore che denunciò il racket della mafia muore suicida

Muore suicida Rocco “Riccardo” Greco, l’imprenditore che denunciò i suoi estorsori. Il giudice lo assolse dall’accusa di far parte di un’associazione mafiosa, ma ciò non impedì alla prefettura di far scattare un’interdittiva nei confronti della sua azienda, che perse gli appalti

Gela, imprenditore che denunciò il racket della mafia muore suicida

Tragedia a Gela, in provincia di Caltanissetta, dove un imprenditore che decise di opporsi alla mafia e fare i nomi dei suoi estorsori si è ucciso, sparandosi un colpo alla tempia.

A perdere la vita il 57enne Rocco Greco, che nel lontano 2007 si recò dalle autorità locali per denunciare quanto era stato costretto a subìre fino a quel momento. I clan Cosa Nostra e della Stidda, infatti, gli avevano imposto il pizzo, come era stato fatto a molti altri impresari del posto, ma lui non aveva avuto alcuna intenzione di restare in silenzio.

Grazie al suo prezioso e coraggioso intervento, a cui seguirono poi le denunce di altri 7 cittadini, ben 11 criminali finirono dietro le sbarre. Greco è stato un vero e proprio esempio da seguire nell’ambito della lotta alla criminalità organizzata, ma il suo valore non è purtroppo stato premiato come invece avrebbe meritato.

In seguito alle accuse di Greco, i boss lo avevano a loro volta denunciato, catapultandolo in un processo dove l’uomo aveva dovuto difendersi dalle insinuazioni secondo cui lui stesso sarebbe stato affiliato ad un’associazione mafiosa. Il giudice assolse Greco, riconoscendo la sua innocenza, ma la vita del 57enne non fu più la stessa, dato che la prefettura fece scattare una misura interdittiva nei confronti della sua azienda. Ciò aveva causato la conseguente perdita di numerosi appalti, fondamentali per rimettersi in piedi.

Un paradosso che ha finito con il distruggere la vita dell’imprenditore, che lo scorso mercoledì mattina ha quindi deciso di farla finita. Dopo essersi rifugiato in un ufficio della sua società, la Cosiam, l’uomo si è sparato. Sono stati i suoi dipendenti a dare l’allarme, ma era ormai troppo tardi. Greco è spirato poco dopo aver varcato la soglia del pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele. "Denunciare i boss del pizzo mi è costato caro", aveva preso a ripetere spesso, in preda alla disperazione, come riportato da “Rainews.it”. "Ormai, il problema sono io. Se vado via, i miei figli sono a posto".

Grande il

dolore della sua famiglia, che non si aspettava che il 57enne avesse in mente un simile proposito. Il caso è stato assegnato ai carabinieri di Gela, che adesso si stanno occupando di condurre le indagini.

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