Gridare al regime per colpa del Premio Ischia

Le celebrazioni dell'80esimo compleanno di Berlusconi hanno infastidito Colombo

Le celebrazioni dell'ottantesimo compleanno di Silvio Berlusconi hanno infastidito Furio Colombo. Sul Fatto quotidiano, il grande giornalista ha spiegato i motivi del suo disappunto. Ci sono due Silvio Berlusconi. Il primo è «un uomo spiritoso e pieno di idee anche bizzarre che ha fatto compagnia all'Italia per una ventina d'anni e che adesso, con buona grazia, si sta ritirando a vita un po' più privata».

Dietro all'aspetto bonario del primo Silvio, si cela il secondo Silvio. Un uomo forte e risoluto, capace di «spezzare in due la storia italiana». Già il Paese era messo male ma dopo il passaggio del secondo Silvio si è ridotto «a una stanza con tutti i cassetti rovesciati, più corruzione, molta mafia e un numero spettacolare di indagati... e di condannati (Berlusconi incluso, indagato, condannato, espulso) in Parlamento e al governo». Berlusconi è stato un rivoluzionario deciso «a non lasciare alcuna istituzione intatta». Ha voluto «mettere le mani su tutto e dentro tutto». Chi si è opposto, come la magistratura, ha subìto un attacco incessante. I media si sono inginocchiati, gli intellettuali che non hanno baciato la pantofola al sovrano sono stati esclusi da tutto.

Forse vi sembra che le cose non siano andate esattamente così. Forse vi sembra di ricordare anche numerose carriere lanciate dall'anti-berlusconismo e giudici non sempre all'altezza del Diritto. Vi sbagliate.

Ecco la prova della natura autoritaria del berlusconismo: «Ricordo ancora la delegazione del Premio Ischia, presidente (e vecchio amico) in testa, che nel 2000 è venuto ad annunciarmi l'assegnazione, per l'anno successivo, di quel prestigioso premio». L'anno dopo, «il mio premio è scomparso», per avere denunciato, dice Colombo, il malaffare del regime da direttore dell'Unità.

Solgenitsyn, al confronto, è stato fortunato.

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