I magistrati difendono la Coop: "Così Caprotti spiava i concorrenti​"

Chiesto il processo per il patron di Esselunga. Con lui sotto accusa anche i giornalisti Maurizio Belpietro e Gianluigi Nuzzi

I magistrati difendono la Coop: "Così Caprotti spiava i concorrenti​"

"Bernardo Caprotti spiava e danneggiava la Coop con l'aiuto di Maurizio Belpietro e Gianluigi Nuzzi". Ne è convinto il pm di Milano che ha chiesto per il patron di Esselunga e i giornalisiti il rinvio a giudizio con le accuse - a vario titolo - di diffamazione, calunnia e ricettazione.

Secondo la ricostruzione della Procura, il direttore di Libero avrebbe convinto Caprotti a stringere un rapporto con due investigatori privati che avevano lavorato per Coop Lombardia. Caprotti avrebbe firmato un contratto con la società dei due investigatori per un importo di 700mila euro all'anno. In cambio i due detective gli avrebbero consegnato un cd rom con alcune intercettazioni non ufficiali dei vertici di una filiale della Coop di Vigevano. Nel gennaio 2010, su Libero vennero pubblicati una serie di articoli in cui la Coop veniva raffigurata come autrice di uno spionaggio ai danni dei suoi collaboratori anche attraverso telefoni e telecamere nascoste nei negozi.

Ne scaturì un'inchiesta giudiziaria dalla quale il direttore della Coop di Vigevano venne assolto, mentre il quotidiano fu condannato a risarcire il direttore generale di Coop Lombardia, Daniele Ferrè, con 100mila euro per averlo diffamato.

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