I vecchi libri non sono mai spazzatura

I vecchi libri non sono mai spazzatura

Pubblicità, regresso. Vuoi essere avanti, e ti ritrovi nelle retrovie del buon senso comune. Succede a Corato, Nord Barese, altrimenti luminosissima Apulia. L'azienda che raccoglie i rifiuti decide di promuovere una virtuosa, sulla carta, iniziativa pubblicitaria, con tanto di logo del Comune: un grande manifesto stradale, diviso in due: da un lato un libro, dall'altro un tablet. Poi l'appello: «Preferisci i prodotti durevoli con minore impatto sull'ambiente. Produrre meno rifiuti è una tua scelta».

L'intenzione è di per sé condivisibile: sensibilizzare i cittadini a evitare prodotti inquinanti. Il risultato però è la vera spazzatura: equiparare il vecchio libro di carta a un rifiuto qualsiasi: come una bottiglia in Pvc o una busta di plastica o il packaging monoporzione. La chiamano educazione civica.

Il cartellone pubblicitario è rimasto affisso un giorno, il tempo di una foto su Instagram, un paio di tweet indignati a volte i social servono poi il can can della stampa locale, il rilancio su Internet e il direttore dell'azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti corre ai ripari. Scarica la responsabilità sull'agenzia pubblicitaria, si scusa anche a nome del Comune, e fa coprire i manifesti. A questo punto, per rendere comica una situazione surreale, qualcuno avrebbe potuto invocare la censura.

Quello che rimane - sorridendo del fatto che probabilmente i più sdegnati sono quelli che non aprono un libro da un anno è un perfetto esempio di pubblicità ingannevole. Non solo fa passare l'idea del libro di carta come scarto inquinante, ma tace il lunghissimo e devastante percorso per smaltire tutte le componenti di un qualsiasi device: cellulari, tablet, e-reader. Al netto dell'uso di corrente elettrica, batterie, retroilluminazione dannosa per vista...

Comunque, alla fine, la campagna di sensibilizzazione di Corato ci insegna due cose.

Ma la prima è ovvia: chi ha inventato una pubblicità del genere, un libro non lo ha mai letto. E la seconda la sappiamo già da mezzo millennio, almeno: tra i due prodotti è meglio preferire quello più durevole e con minor impatto sull'ambiente. Cioè il libro di carta.

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