"A far data dalla pubblicazione dello presente editto si divieta di pagar lo canone della tv pubblica, sinché la stessa non sia privata della pubblicità, delli programmi di cucina e di ricette e di tutte le stupidità". Dal suo blog Beppe Grillo lancia il terzo "editto" contro la Rai.
In quella che è diventata una sorta di "rubrica" intitolata "Se io fosse Re", l'ex comico redice i suoi desiderata su vari temi. Il primo era sull'acqua, il secondo sugli spot in tv e sugli altri media e il terzo - quello di oggi, appunto - sulla tv pubblica e il canone. Con un linguaggio arcaico, Grillo "vieta" qundi di pagare la tassa di possesso sul televisore se non come "atto volontario quale premio di qualità de li programmi e de li palinsesti". Mentre per poveri e anziani "che pagar non possono per redditi miserrimi", lo Stato regala "il decriptaggio della Tv pubblica ed in più vi aggiunge il wi-fi gratuito ed un piccolo pc".
Le "stupidità" come "li spots cretini e i format all’americana, lo calcio miliardario, li quizzi" diventeranno a pagamento. E "lo Grande Fratello, a far di esempio, sarà a pagamento, visibile nell’ore notturne, lo prezzo elevatissimo".
Mentre sui talk politici - "come 'Di martedì' Floris La7, 'Tagadà' di Tiziana Panella La7, Otto e mezzo delle Gruber e tutte le altre simili, sulle reti altre" - Grillo si riserva di decidere in attesa di "ulteriore illuminazione". O magari un atteggiamento diverso nei confronti del Movimento 5 Stelle...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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