Caro elettore leghista,
come ti senti davanti alla classifica delle province miracolate dal reddito di cittadinanza? Quando scorri la lista «Crotone, Napoli, Palermo...» e realizzi che da «Prima il Nord» si è passati a «37º il Nord»? Sembri furioso, e a occhio non a torto.
Non dico a te, salito sul Carroccio del vincitore solo ora perché la collezione primavera-estate diceva che Salvini era il capo più alla moda, ma fino a ieri «leghisti trogloditi». No, dico a te, che simpatizzavi per la Lega quando era ancora Lega Nord. A te che sentivi come quei politici - nonostante il discutibile folklore - in realtà ti capissero: coglievano il tuo malessere di imprenditore e contribuente che chiedeva solo di non passare più per pounching ball di ogni finanziaria e per zimbello (troglodita) della sinistra.
Ecco, elettore: noi viviamo lo stesso disagio. Questo Giornale è orgogliosamente milanese, sul codice fiscale ha F205. Non è mai stato leghista tout court, non ha mai sognato secessioni perché è nato sognando un Paese più liberale, non diviso. Però ha sempre apprezzato chi difendeva la classe media produttiva del Nord, che tira la carretta e di cui tu fai parte come tanti nostri lettori. Per questo abbiamo sostenuto la Lega sul fisco meno vessatorio, sulla sicurezza e contro l'assistenzialismo che ha devastato l'Italia. E per questo, elettore, oggi il tuo smarrimento è anche il nostro.
Immagino che anche a te le cravatte verdi non manchino. E forse neppure la parolina «Nord» e l'Albertino da Giussano. Se serve ad ampliare il consenso, a crescere, a governare e a difendere i nostri interessi, avrai pensato, ben venga il maquillage. Ben venga il Salvini che mi va da Terni a Milazzo e abiura quei cori anti-meridionali che ti hanno fatto sorridere, ma che suonavano stonati fuori dallo stadio. Ben venga pure la zuppa gialloverde.
Non immaginavi che - insieme all'abito - sarebbe cambiato anche il monaco. Ammetti che se ti avessero detto che il tuo voto di centrodestra sarebbe servito a questo, non ci avresti creduto. Perché, riassumendo, il tuo voto finora ha dato vita a:
- sussidi a cascata a evasori e fannulloni come con la Dc. Per i lùmbard duri e puri «reddito di terronanza»;
- congelamento di opere pubbliche fondamentali che migliorerebbero la vita a te e la produttività alle aziende;
- chiusura domenicale coatta dei negozi imposta da un ministro di Pomigliano D'Arco, l'unico preoccupato che in Italia si lavori troppo;
- creazione di un «ministero per il Meridione» e sparizione dell'autonomia di Veneto e Lombardia richiesta con i referendum, alla faccia di Miglio;
- archiviazione delle promesse su flat tax e incentivi fiscali che ti ricorda quel vecchio murale dal sapore bossiano «Somaro del Nord, paga e taci»;
- Dl Dignità che ti ha reso impossibile assumere personale a tempo;
Non era così che doveva andare, eh?
Ti starai chiedendo cosa ha in mente Salvini. Anche noi. Al Viminale ha fatto meglio di tutti e i dati sugli sbarchi lo testimoniano. Sull'economia sta adempiendo agli «obblighi coniugali» coi grillini. Però ora sta a te, elettore, fare l'«analisi costi-benefici»: fino a che punto sei disposto a barattare sicurezza e ritrovata «sovranità» in Europa con queste politiche suicide che ti toccano nel portafoglio e gonfiano quello di chi non fa nulla? Cosa c'entri tu, che vuoi la crescita e manifesti per la Tav, con chi brucia le tessere elettorali contro la riapertura di un'acciaieria o la costruzione di un gasdotto? Sono due Paesi diversi. Di fatto la secessione c'è stata proprio quando hanno smesso di invocarla. E di fatto oggi i tuoi alleati sono ciò che hai sempre combattuto.
Su Youtube ancora trovi il video di un comizio di Borghezio: «Pensate se ai nostri nonni avessero raccontato che ci saremmo lasciati togliere i canti natalizi da una banda di cornuti islamici».
Era il 2001. Ecco, elettore, pensa se allora ti avessero detto che un governo leghista avrebbe pensato a tutto tranne che al tuo (nostro) Nord.Tranquillo, il verde che vedi non è il ritorno alle origini. È un travaso di bile.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.