L'invasione della Libia continua: quasi 37mila arrivi in soli 4 mesi

Rotta nel Mediterraneo in forte crescita. Frontex: "Pericolose traversate per farsi soccorrere da navi Ue e Ong"

L'invasione della Libia continua: quasi 37mila arrivi in soli 4 mesi

Il disastro continua con il 36% in più di arrivi di migranti dalla Libia rispetto allo scorso anno. Il ministero dell'Interno ha reso noto ieri che sono sbarcati in Italia, in gran parte «accompagnati» dalle navi militari e delle Ong, 36.882 persone dall'inizio dell'anno. Il 36,31% in più rispetto al 2016, e il boom estivo non è ancora iniziato. Le organizzazioni umanitarie, l'intelligence e la diplomazia internazionale stimano che siano pronte a partire verso l'Italia da un minimo di 150mila persone a 250mila. Le stime massime indicano, però, che in Libia ci sarebbero dai 700mila al milione di migranti.

Da gennaio la parte del leone la fanno i nigeriani (5229). Sicuramente alcuni, soprattutto cristiani, fuggono dalle regioni del nord est infestate da Boko Haram, la costola africana del Califfato, ma le bandiere nere sono in ritirata e relegate in una zona ristretta del Paese. Molti nigeriani sono migranti economici, come quelli che lasciano il Bangladesh, la seconda nazionalità (4504) arrivata in Italia dall'inizio dell'anno. I terzi classificati sono giunti dalla Guinea (4107) seguiti dai 3854 della Costa D'Avorio, 2910 del Gambia, 2529 dal Senegal e 2415 dal Marocco. Tutti Paesi dove non c'è alcuna guerra.

Il direttore di Frontex, l'agenzia europea per il controllo delle frontiere, Fabrice Leggeri, ha confermato che sta crescendo in maniera sensibile il flusso attraverso la rotta centrale del Mediterraneo. Non a caso ieri e oggi i ministri della Difesa Ue riuniti a Malta stanno affrontando anche il tema dell'ondata di barconi dalla Libia. Ieri pomeriggio l'ammiraglio Enrico Credendino li ha accolti a bordo della nave ammiraglia della missione EunavforMed, ribattezzata Sofia, nel porto de La Valletta. L'alto ufficiale italiano ha illustrato lo stato dell'arte della missione, che scadrà in luglio, ma probabilmente verrà rinnovata. L'operazione Sofia schiera cinque navi, sei elicotteri e 1545 militari. Fino ad oggi ha arrestato 109 scafisti e distrutto 414 barconi utilizzati dai trafficanti. Ben 34mila migranti provenienti dalla Libia sono stati tratti in salvo e fatti sbarcare in Italia. La stessa Frontex ha rivelato che i trafficanti costringono i migranti «a traversate pericolose su imbarcazioni non idonee alla navigazione e sovraccariche, che sono state organizzate con lo scopo palese di essere soccorse dalle navi EunavforMed e delle Ong».

La «fase 2 bravo» e la terza del contrasto vero ai trafficanti e all'ondata di barconi dentro le acque libiche e sulle coste non sono ancora iniziate e potrebbero non vedere mai la luce verde. Credendino e l'Italia puntano, per ora, sulla guardia costiera libica con la consegna di 10 motovedette «che dovrebbero arrivare il mese prossimo». L'Italia a terra e a bordo di nave San Giusto e l'Olanda hanno addestrato il primo centinaio di libici, che dovranno contrastare il traffico di esseri umani. Peccato, che fino ad ora, la guardia costiera della Tripolitania, da dove parte il grosso dei barconi, sia sospettata di pesanti collusioni con i trafficanti.

Ieri l'agenzia statistica europea (Eurostat) ha reso noto i dati sulla parallela impennata delle concessioni di asilo nella Ue nel 2016, più che raddoppiate rispetto al 2015. Su 710.400 rifugiati il 57% sono siriani.

La Germania ha fatto la parte del leone concedendo la protezione internazionale a 445.210 persone, il triplo rispetto al 2015. L'Italia è al terzo posto fra i Paesi europei con 35.450 richieste accolte, in crescita del 20% rispetto all'anno precedente.

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