Coronavirus

Lopalco: "I guanti? Non è logico usarli"

L'epidemiologo pugliese spiega chi deve usarli e chi no. Basta lavarsi spesso le mani o utilizzare gel idroalcolico

Lopalco: "I guanti? Non è logico usarli"

I guanti si devono usare o no? Per chiarire questo dubbio ci siamo rivolti al professor Pierluigi Lopalco, responsabile del coordinamento della Regione Puglia per le emergenze epidemiologiche. "Perché usare i guanti per un'infezione respiratoria? Per quale motivo un cittadino che deve entrare in un autobus o al supermercato deve indossarli? È poco logico. Basta lavarsi le mani o usare il gel idroalcolico", risponde senza mezze misure l'epidemiologo.

Il ricercatore, tornato in Puglia (è originario di Mesagne, in provincia di Brindisi) all'inizio della pandemia al fianco di Michele Emiliano, ha specificato che sono solo due le categorie di persone che devono indossare i guanti: "Gli operatori sanitari per difendersi da alcune malattie che possono trasmettersi anche attraverso la cute o per evitare di trasferire dei batteri da un paziente ad un altro e chi utilizza gli alimenti per evitare di trasferire dei microorganismi da un cibo all'altro.". I guanti devono, così, tornare alla loro funzione precedente la pandemia del Covid-19, cioè quella di "mezzo di protezione individuale" per determinati tipi di lavoro.

D'altronde parliamo di guanti "monouso" e, come spiega Pierluigi Lopalco a ilGiornale.it, "gli operatori sanitari devono cambiarli tra un paziente e l'altro e chi lavora a contatto con il cibo deve cambiarli spesso". Per tutti gli altri, invece, non è necessario utilizzare un paio di guanti per sbrigare fuori casa le faccende di tutti i giorni.

Certo, questo non significa tornare alla vita di prima. "Ci vuole ancora un po' di prudenza - dice il medico pugliese - perché ancora non abbiamo delle forti evidenze che il virus sia mutato in maniera favorevole". Perché il virus continua ad esserci. Infatti, spiega ancora Lopalco, tutti i virus che colpiscono le vie respiratorie l'estate sembrano scomparire, ma in realtà non è così, non scompaiono, continuano a circolare "silenziosamente, lentamente", dando molta meno evidenza della loro circolazione per poi ricomparire in autunno e in inverno.

"Non dimentichiamoci che questo virus è cugino del raffreddore per cui è molto probabile che avrà un comportamento di questo genere, cioè un comportamento stagionale.". Ora, infatti, il Covid-19 ha perso la sua carica virale "in Puglia - ad esempio -più del 90 per cento dei casi è di asintomatici" che scoprono di essere positivi al Coronavirus durante le operazioni di screening, un po' per caso, con un tampone effettuato sul posto di lavoro. "Noi non vediamo più la malattia, però i portatori nella popolazione probabilmente ci sono quindi ogni tanto, durante l'estate, potremo assistere a dei casi di febbre o di malattia lieve".

Questo vale anche per gli ultimi contagi registrati a Milano e a Roma. "A Milano di portatori ce ne saranno tanti, mentre a Roma il caso si è evidenziato perché è successo in un ospedale dove si fanno i tamponi" spiega Lopalco.

Le incertezze in merito al futuro ci sono ancora ed è difficile, "ma non impossibile" (come sottolinea al telefono con una certa enfasi l'epidemiologo), che questo virus scompaia definitivamente.

"Potrebbe capitare che in autunno, se facciamo analogie con altri virus respiratori, si possa avere una ripresa della circolazione virale - conclude il responsabile della task force pugliese - Se poi questa ripresa di circolazione sarà anche un'ondata, questo dipenderà dalle capacità di contenimento.

Se "contact tracing" (il tracciamento dei contatti del paziente Covid, ndr) dovesse funzionare, eventuali focolai si dovrebbe riuscire a contenerli".

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