"L'ha buttata di sotto". L'accusa al marocchino: così ha ucciso la bimba

Lucia Chinelli, mamma della piccola Fatima, punta il dito con l'ex compagno: "È stato lui". Mohssine Azhar, accusato di omicidio colposo, si difende: "Stavamo giocando"

"L'ha buttata di sotto". L'accusa al marocchino: così ha ucciso la bimba

"Mia figlia non è caduta. Mohssine l'ha lanciata dal balcone. Stavamo discutendo, prima l'ha scaraventata a terra, poi l'ha buttata giù". A parlare è Lucia Chinelli, mamma della piccola Fatima, che ora accusa senza mezzi termini l'ex compagno di aver lanciato la figlioletta nel vuoto. Mohssine Azhar, marocchino 32 anni, è in stato di fermo con l'ipotesi di reato per omicidio colposo. Lo staniero si difende dalle accuse: "Stavamo giocando".

L'accusa della mamma di Fatima

A quattro giorni dalla tragedia, Lucia Chinelli rompe il silenzio fornendo una nuova versione dell'accaduto. La donna respinge la circostanza del "tragico gioco" - sostenuta dall'ex compagno e ritenuta credibile dagli inquirenti - puntando dritto il dito contro Mohssine. "Ero anch' io di sopra. - afferma - Una prima volta lui ha preso la bambina e l'ha buttata per terra, sul pavimento. Lui era molto alterato. Poi l'ha presa in braccio un amico di lui, me la stava portando. Lui si è messo in mezzo e l'ha buttata di sotto". Il gip Agostino Pasquariello ha modificato il capo d'accusa nei confronti del marocchino da omicidio volontario con eventuale dolo in colposo ma le parole della mamma di Fatima potrebbero rimescolare le carte.

La versione di Mohssine Azhar

Secondo la ricostruzione ufficiale, la bimba avrebbe raggiunto il patrigno nel suo appartamento che, la sera di quel tragico giovedì, era in compagnia di amici. I due avrebbero comiciato a giocare al "vola vola" sul balcone ma poi Mohssine avrebbe perso il controllo e la bimba sarebbe precipitata rovinosamente sull'asfalto da un'altezza di 12 metri. Il marocchino, che per certo quello sera aveva bevuto e consumato hashish, nega di aver mai perso lucidità. "Giocavo con Fatima sul balcone. - ha raccontato il 32enne, assistito dal legale Alessandro Sena, durante l'interrogatorio di garanzia -La lanciavo in aria e la riprendevo, con la mamma che ci guardava da sotto. Non so come sia potuto accadere...".

Le indagini

Versioni discordanti (quelle di Mohssine Azhar e la mamma di Fatima) che si inseriscono in quadro probatorio ancora incerto. "Non possiamo rilasciare dichiarazioni, è una fase ancora troppo delicata" ha spiegato al quoidiano Libero Silvia Lorenzino, legale del padre naturale della bimba. Sul fronte delle indagini, non si esclude alcuna ipotesi. I tecnici della Scientifica stanno provando a definire la traiettoria della caduta analizzando le macchie sangue lasciate dalla giovane vittima sull'asfalto. Ulteriori dettagli potrebbero emergere dall'autopsia che sarà eseguita nel pomeriggio di oggi dal medico legale Marco Testi.

I testimoni

Una caduta accidentale o una tragedia annunciata? Una testimone, che stava lavorando al forno della panetteria al piano terra della palazzina, ha raccontato di aver sentito Mohssine e la compagna litigare:

"Ho sentito che litigavano. Urla forti". Poche ore prima dell'omicidio, il marocchino era stato condannato a otto mesi in un processo celebrato con il rito abbreviato per il possesso di circa 50 grammi di hashish.

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