Cronache

Bernard-Henri Lévy ora delira: "Salvini? Ruolo nefasto in Italia"

Bernard-Henri Lévy: "Non è possibile andare avanti così, il Covid ci ha fatto dimenticare il problema immigrazione, ma ora l'Europa deve essere presente"

Bernard-Henri Lévy ora delira: "Salvini? Ruolo nefasto in Italia"

"Non è possibile andare avanti così". Ne è convinto Bernard-Henri Lévy, il filosofo francese che, un'intervista alla Stampa ha parlato del nodo immigrazione. Un tema che il Covid-19 ha avuto il potere di cancellare, ma che ora torna prepotentemente al centro della discussione italiana ed europea.

"Non possiamo più lasciare al governo di Tripoli, e a Erdogan che è il vero capo in Libia, il compito di garantire la sicurezza dei migranti che sbarcano", dice, sostenendo che dovrebbe essere l'Europa a gestire l'emergenza, passata in secondo piano nei mesi precedenti, ma che ora sta riaffiorando. Anche la gestione dell'immigrazione, a detta del filosofo francese, rientra in quella "epidemia di egoismo e cattiveria, della paura dell'altro", che si è affermata dopo i mesi di diffusione del nuovo coronavirus. E la risposta sta tutta in un'Europa più unita e attenta ai problemi degli altri: "Dobbiamo uscire da quella specie di coma che ci siamo autoinflitti in questi mesi- dice- Il Covid ha eclissato la questione migratoria e ha ritardo l'urgente presa di coscienza del dramma dei rifugiati". Per rimediare alla situazione attuale, "serve una politica coordinata che coinvolga l'intero Mediterraneo e una affrontata nell'insieme dell'Europa. Il nodo dei migranti deve tornare in testa alle priorità. Anche alla luce della riapertura della rotta balcanica".

Bernard-Henri Lévy parla anche della situazione in Italia, che "ha bisogno di leader calmi e capaci, che affrontino il problema a sangue freddo". E si scaglia contro i sovranisti, che puntano sull'odio, "il legame più potente fra gli uomini", sostenendo che il leader della Lega, Matteo Salvini, "nel Paese ha un ruolo nefasto". Secondo il filosofo tedesco, Salvini dà l'impressione di essere "uno che cerca di dare a chi lo chiede il permesso di essere violento, la licenza di uccidere", perché "chi dice agli italiani che sono vittime di una occupazione, che la violenza principale che devono affrontare è l'arrivo di questa povera gente che arriva su imbarcazioni di fortuna, si assume una responsabilità terribile. Qualcuno li prenderà alla lettera e vorrà cacciare 'l'invasore'. Fortunatamente Salvini non è al potere". Invece, l'Italia avrebbe bisogno di leader capaci di affrontare il problema dell'immigrazione "a sangue freddo".

Il filosofo francese parla anche di una pazzia da Covid-19, che ha colpito in due modi opposti: da una parte, ha portato alla negazione dell'esistenza del virus, mentre dall'altra a un'isteria, che ha generato psicosi. Ma non solo. Il virus ha diffuso anche una "epidemia dell'egoismo e del chiudersi in se stessi", che dobbiamo combattere. E su una possibile seconda ondata precisa: "Nessuno sa niente. Ancora una volta ci siamo misurati con l'ignoranza perentoria della scienza medica. Le previsioni vengono dagli stessi virologi secondo i quali il morbo si trasmetteva attraverso i bambini e circolava nell'aria. Hanno sbagliato ed è normale. La scienza avanza così. Quello che non è normale, è prendere per sacra la parola di un virologo. I medici tentennano, procedono sempre nella nebbia".

Per questo, se il virus dovesse tornare "dovremmo ascoltare gli psicologi, i sindacati, i rappresentanti delle donne picchiate, gli economisti, gli insegnanti e i genitori degli alunni. Incrociare tutto questo con la medicina".

Una collaborazione tra diverse figure, ma anche tra diversi Paesi, che possa farci uscire dall'epidemia non solo virale, ma anche di egoismo e "pazzia" scatenata dal Covid-19.

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