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Migranti, papa Francesco: "Servono buone leggi ma prima l'amore"

L'appello di Papa Francesco. "Guardate gli immigrati negli occhi". E alle istituzioni: "Servono buone leggi ma prima l'amore"

Migranti, papa Francesco: "Servono buone leggi ma prima l'amore"

"I migranti hanno bisogno certamente di buone leggi, di programmi di sviluppo, di organizzazione, ma hanno sempre bisogno anche e prima di tutto di amore, di amicizia, di vicinanza umana". Ricordando la straordinaria figura di Santa Francesca Saverio Cabrini, che seguì i migranti italiani Oltreoceano condividendone le difficoltà, le sofferenze e le discriminazioni che subivano, papa Francesco è tornato a parlare dell'emergenza immigrazione tendendo la mano agli stranieri che continuano a sbarcare sulle nostre coste. "I migranti - ha aggiunto - hanno bisogno di essere ascoltati, guardati negli occhi, accompagnati".

Ai fedeli Bergoglio ha spiegato che "i migranti hanno bisogno di Dio, incontrato nell'amore gratuito di una donna che, col cuore consacrato, ti è sorella e madre". "Il Signore rinnovi sempre in voi lo sguardo attento e misericordioso verso i poveri che vivono nelle nostre città e nei nostri paesi", ha pregato il Santo Padre ad alta voce insieme alle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, le cabriniane, che sono state ricevute oggi in udienzain occasione del primo Centenario della morte della loro fondatrice. "Madre Cabrini - ha ricordato il Papa - aveva il coraggio di guardare negli occhi i bambini orfani che le venivano affidati, i giovani senza lavoro che erano tentati di delinquere, gli uomini e le donne sfruttati per i lavori più umili; e perciò oggi siamo qui a ringraziare Dio per la sua santità". Quindi ha continuato: "In ognuno di quei fratelli e sorelle, lei riconosceva il volto di Cristo e, geniale com'era, fu capace di mettere a frutto i talenti che il Signore le aveva affidato. Aveva uno spiccato senso dell'azione apostolica; e se aveva avuto una così grande energia per compiere in pochi anni un lavoro straordinario".

Nel discorso tenuto oggi Bergoglio ha, quindi, ripercorso "la vita vertiginosa carica di lavoro della santa: viaggi a non finire a piedi, in treno, in nave, in barca, a cavallo; creando dal nulla sessantasette opere tra asili, scuole, collegi, ospedali, orfanotrofi, laboratori. Tutto per propagare la forza del Vangelo, che le aveva dilatato il cuore perchè appartenesse a tutti". "Santa Cabrini - ha poi concluso - visse della spiritualità del Sacro Cuore di Gesù. Passo dopo passo, la sua fu un'esistenza interamente protesa a consolare e a far conoscere e amare il Sacro Cuore. E questo la rese capace di guardare al cuore di quanti avvicinava e assisteva per corrispondervi in maniera coerente. Questo importante anniversario ricorda a tutti noi, con forza, la necessità di una fede che sa cogliere il momento di grazia che si vive.

Per quanto difficile possa sembrare, ci dice che dobbiamo fare come lei: essere capaci di cogliere i segni del nostro tempo, leggerli alla luce della Parola di Dio e viverli in modo tale da dare una risposta che raggiunga il cuore di ogni persona".

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