Monica, avvocato incinta di otto mesi e il rifiuto del rinvio dell'udienza

Ha chiesto il rinvio di un'udienza per maternità a rischio di parto prematuro, ma il "legittimo impedimento" le è stato rifiutato

Monica, avvocato incinta di otto mesi e il rifiuto del rinvio dell'udienza

Incinta all'ottavo mese e mezzo di gravidanza e ancora stretta nella toga. Monica Bonessa ha 35 anni e fa l'avvocato. Dato il "rischio di parto prematuro", la donna aveva chiesto il rinvio di un udienza del 13 giugno, presentando tanto di certificato medico, che confermasse il legittimo impedimento. Ma la sua richiesta è stata rifiutata.

E non è nemmeno la prima volta. Secondo quanto racconta il Corriere della Sera, le era già successo di incappare in un mancato rinvio, per volere della controparte, del magistrato o di entrambi. Negli ultimi tempi, Monica gestiva il lavoro da casa, studaindo cause, sia civili che penali, sulla tutela dei minori, la materia di cui si occupa, e se non riusciva a seguire un caso chiedeva a qualche collega di sostituirla, come ha dovuto fare l'ultima volta, ma "il rinvio non può diventare la normalità. E nemmeno si può passare la vita a chiedere favori ai colleghi più disponibili".

Ma in realtà, una normativa ci sarebbe: si tratta del protocollo 205 del 2017, che all'articolo 1 equipara i diritti di un avvocato incinta a quelli di un dipendente, concedendo il diritto alla proroga di 5 mesi, nel periodo che precede e segue il parto. Un diritto che, però, "non viene applicato perché non lo conosce nessuno. Mi chiedo se esista un diritto alla salute e nello stesso tempo uno al lavoro. Di fatto mi hanno obbligato ad andare in udienza oppure a pagare qualcuno che lo facesse per me".

La storia, condivisa in rete, ha fatto il giro del web e in poco tempo le sono arrivati messaggi di solidarietà e stima, da parte di chi è convinta che "se fossimo tutte come te il mondo sarebbe migliore".

"Il problema è sempre culturale", dice il presidente del Comitato pari opportunità dell’Ordine degli

avvocati di Milano. Spesso c'è "scarsa attenzione al periodo così vicino alla gravidanza. La maternità è una funzione sociale imprescindibile e deve valere per il lavoro dipendente e per i lavoratori autonomi".

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