Cronache

Morta per una dose da elefante di chemio e nessuno finirà dietro le sbarre

La madre della 34enne: "Mia figlia non ha avuto la giustizia che meritava"

Morta per una dose da elefante di chemio e nessuno finirà dietro le sbarre

Valeria Lembo, 34 anni, è morta il 29 dicembre del 2011 a causa di una dose sbagliata di chemioterapia alla sua ultima seduta per un linfoma di Hodgkin, dal quale stava ormai guarendo. Con quella dose di farmaco sarebbe morto anche un elefante, avevano detto gli esperti durante il processo. Adesso, dopo 10 anni, la terza sezione della Cassazione ha confermato le condanne per tre medici del Policlinico di Palermo, respingendo tutti i ricorsi. Come riportato da Repubblica, uno degli imputati condannato a 3 anni e 5 mesi, Alberto Bongiovanni, è l'unico che rischia di scontare la sua pena dietro le sbarre ma, secondo la normativa attualmente in vigore, può chiedere la messa alla prova. Verrà sospeso dalla professione per due anni.

Quella dose fatale

Secondo quanto emerso, sarebbe stato proprio Bongiovanni a modificare dalla cartella clinica della 34enne, quando si trovava già tra la vita e la morte, il numero del dosaggio della vinblastina, cancellando lo 0 dopo il 9. Laura Di Noto, oncologa, non si era invece accorta che la dose di farmaco scritta sulla cartella, 90 milligrammi, "avrebbe potuto uccidere un elefante", come avevano spiegato ai tempi alcuni esperti. Alla Di Noto è stata confermata la condanna a 2 anni per omicidio colposo e 3 mesi per falso ideologico. In Corte di cassazione è stato deciso l'annullo senza rinvio limitatamente per la pena accessoria dell'interdizione dalla professione.

Anche per l'ex primario Sergio Palmeri è stata confermata la pena a 3 anni per omicidio colposo e 3 anni di interdizione. Respinto anche il ricorso avanzato dal procuratore generale di Palermo, Emanuele Ravaglioli, contro l'assoluzione di Clotilde Guarnaccia, l’infermiera che aveva confezionato la dose che ha poi ucciso la 34enne. Per la mamma della Lembo non c’è stata giustizia: "Dopo avere visto mia figlia morire in quel modo, dopo dieci anni di tormenti, di bugie su bugie raccontate in aula, mia figlia non ha avuto la giustizia che meritava. Nessuno andrà in carcere. Sarebbe stato peggio non avere nemmeno le condanne ma non posso dirmi soddisfatta. Mentirei". I legali della famiglia Lembo, gli avvocati Vincenzo Barreca e Marco Cammarata, si sono detti delusi ma finalmente il processo è stato chiuso.

Era madre da soli 7 mesi

Valeria Lembo era morta a causa di un errore medico fatale. La donna, madre da soli 7 mesi, morì il giorno prima del suo compleanno. Il processo si aprì con 5 imputati che cercarono in tutti i modi, anche asserendo il falso, di essere assolti. Dopo vari rinvii il processo andò in prescrizione. Le pene sono state diminuite di grado in grado e difficilmente qualcuno andrà in carcere.

Nel febbraio del 2020, dopo il secondo annullo con rinvio della Cassazione, la Corte d’appello di Palermo aveva deciso a un mese dalla prescrizione rimodulando le pene.

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