Negate le cucine parrocchiali alla festa di Rifondazione "No ad aborto e nozze gay"

A Lari, in provincia di Pisa, riedizione in chiave moderna della storica diatriba tra Peppone e don Camillo. Il parroco l'anno scorso aveva dato gli spazi: "Autorizzazione figlia di un disguido"

Negate le cucine parrocchiali alla festa di Rifondazione  "No ad aborto e nozze gay"

Chi pensava che Peppone e don Camillo fossero un simpatico residuato del passato (cinematografico ma non solo) dovrà ricredersi. A Lari, in provincia di Pisa, va di scena una riedizione moderna della celebre saga di Giovannino Guareschi. Don Amedeo Deri ha vietato l'uso delle cucine della parrocchia ai compagni di Rifondazione comunista per la loro "Festa rossa": dovranno arrangiarsi in un altro modo. La cosa strana, a onor del vero, sembra un'altra, cioè che gli organizzatori di una festa di partito avessero chiesto spazi e strutture parrocchiali. Evidentemente in certi posti così non è. L'anno scorso, infatti, il permesso era stato concesso e i comunisti avevano organizzato la loro festa, che per tema aveva la difesa dei "beni comuni". Avevano partecipato migliaia di persone. Stavolta il parroco ci ha ripensato (forse qualcuno gli avrà fatto notare che non era il caso). 

Posizioni contestate: aborto, gay e divorzio

Negato l'utilizzo delle cucine a Lari è scoppiata la polemica in puro stile, dicevamo, Peppone e don Camillo. "Non affitto il posto a nessun partito politico - ha detto il sacerdote al quotidiano Il Tirreno -. Tanto meno a Rifondazione, di cui non condivido i valori e i principi. Gesù dice di odiare il peccato e di amare il peccatore. Non posso riconoscermi nelle loro posizioni, come per esempio sull’aborto, sul divorzio, sul matrimonio gay. L’autorizzazione data alla festa l’anno scorso è figlia di un disguido, perché pensavo facessero una manifestazione super partes".

Rifondazione comunista ha risposto polemizzando duramente con il sacerdote. Lo ha fatto con un volantino dai toni molto accesi: "Ci risiamo, sono tornate le scomuniche del Sant’Uffizio. Riteniamo che questa condanna sia un’ingiustizia. Forse per don Deri se uno aiuta i poveri in modo caritatevole è una brava persona. Ma se dice che i poveri non devono esserci è un sovversivo che va tenuto a distanza".

I comunisti di Lari evidentemente fanno finta di non capire che nella diatriba con il parroco non c'è in ballo l'antipatia per i nipoti di Stalin, ma qualcosa di più profondo, che attiene alla difesa di valori non negoziabili.

Ed è assurdo pretendere che la chiesa dia spazio e fornisca aiuti logistici a chi porta avanti battaglie diametralmente opposte alla propria linea. Sarebbe come se Emma Bonino o Marco Pannella pretendessero di scrivere su Avvenire...

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