Nella Firenze di Nardella il turismo si converte e diventa anche muslim friendly

In città è stata aperta anche la prima palestra per sole donne musulmane

Nella Firenze di Nardella il turismo si converte e diventa anche muslim friendly

Ora Firenze punta anche sul turismo musulmano, specialmente sull’Islam di lusso. Già perché ben quindici hotel in città (a 4 e 5 stelle) diventano "muslim friendly": ciò significa, per esempio, cibo cosiddetto halal (cioè, lecito), tappetini per pregare e anche bussole puntate in direzione della Mecca. E, ovviamente, niente alcol nei frigobar nelle camere. Insomma, il capoluogo toscano apre le braccia ai facoltosi clienti arabi.

Chi ha lavorato in tal senso? Federalberghi Confcommercio Firenze, Comune, Regione e imam.

"Ci stiamo lavorando da un anno. Abbiamo collaborato con la Regione Toscana e con l’Imam di Firenze per capire come attrezzare al meglio le nostre strutture. Al momento hanno aderito quindici hotel a 4 e 5 stelle ma siamo sicuri che diventeranno molti di più. Stiamo cercando infatti di formare le strutture ricettive ad accogliere la clientela musulmana, altre città nel mondo sono già all’avanguardia. Penso che l’ospitalità passi anche dall’integrazione" dice Francesco Bechi, presidente Federalberghi Confcommercio Firenze, a La Nazione.

La palestra per le musulmane a Firenze

Inoltre, sempre in città è stata aperta la prima palestra per donne musulmane dove le iscritte potranno allenarsi in libertà, senza il velo e uomini intorno. Come può leggere legge sul sito dell’associazione sportiva Izumo il martedì e il giovedì dalle ore 10 alle 11 e dalle 15 alle 16 la struttura è aperta a musulmane per gli esercizi

"Si tratta di un’iniziativa positiva che darà a tutte coloro che hanno scelto di portare il velo la possibilità di allenarsi e fare sport.

La nostra religione ci invita a prenderci cura del corpo quindi sarebbe molto importante per noi ma anche per le non musulmane: ho tante amiche italiane che frequenterebbero volentieri corsi aperti solo a donne" ha dichiarato Safaa Mataich impegnata con l’associazione interculturale Nosotras.

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